Rovigo invasa dallo smog. Aria pessima in città, scattano le limitazioni a traffico e riscaldamento

Sabato 30 Dicembre 2023 di Francesco Campi
Una protesta contro lo smog a Rovigo

ROVIGO - L’aria a Rovigo? Pessima. A dirlo, l’Arpav nel bollettino di giovedì relativo all’indice di qualità dell’aria, sulla base del valore registrato del Pm10, pari a oltre due volte la concentrazione giornaliera ritenuta tollerabile per la salute: mercoledì, infatti, la centralina di largo Martiri ha registrato un valore di Pm10 di ben 107 microgrammi per metrocubo di aria, rispetto ad una soglia fissata a 50. Giovedì, invece, “solo” 90, con il 52esimo giorno di superamento dei limiti dall’inizio dell’anno, a fronte di un numero di 35 giorni che sempre la stessa normativa a protezione della salute collettiva impone di non superare in un anno. A Borsea il numero di sforamenti si è fermato a 46, mentre a Badia, dove mercoledì il Pm10 ha toccato quota 106 microgrammi per metrocubo e giovedì 88, sono stati 51. Adria, invece, è ancora entro i limiti di legge con appena 23 giorni di sforamento. La serie di sforamenti consecutivi a Rovigo ha fatto scattare, già da giovedì, il “semaforo arancione”, ovvero il livello di allerta 1 che entra in vigore dopo quattro giorni consecutivi sopra i limiti. In realtà negli ultimi 12 giorni gli sforamenti sono stati 10, con l’eccezione rappresentata da 22 e 23 dicembre.

RISCHIO DIVIETI

Il semaforo arancione comporta il divieto di circolazione dal lunedì alla domenica, dalle 8.30 alle 18.30 su tutto il territorio comunale, fuorché su A13, Statali, Regionali, via Lina Merlin e via Porta Adige, di autoveicoli alimentati a benzina Euro 0, Euro 1 e Euro 2, alimentati a gasolio Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3, Euro 4 ed Euro 5, questi ultimi con l’eccezione per il trasporto merci, motoveicoli e ciclomotori Euro 0 e Euro 1, oltre al divieto di utilizzo di caldaie, stufe e caminetti alimentati a legna, cippato o pellet di classe da 1 stella a 3 stelle, in presenza di impianto di riscaldamento alternativo, il divieto di combustioni all’aperto di materiale vegetale da attività agricole, il divieto di barbecue, falò rituali come la brusavecia, e fuochi d’artificio, nonché il divieto di spandimento di liquami zootecnici. A pesare, soprattutto i fattori meteorologici. Come nota Arpav, «dopo il passaggio dell’ultima perturbazione con precipitazioni che risale al 13 dicembre, il Veneto è stato interessato da condizioni meteorologiche in prevalenza anticicloniche, senza precipitazioni, con scarsa ventilazione: a causa del perdurare di tali condizioni poco dispersive, da diversi giorni sono in atto fenomeni di scarso rimescolamento delle masse d’aria, con progressivo aumento dei livelli di particolato atmosferico, che avevano fatto scattare, già con il bollettino di Natale, diversi livelli di allerta 1». Fino a domenica nulla dovrebbe cambiare, quindi, i botti, di fatto a Rovigo saranno vietati, perché il prossimo bollettino Arpav sarà lunedì primo gennaio.

ARIA IRRESPIRABILE

Come purtroppo avviene sempre almeno nell’ultimo ventennio, Rovigo si caratterizza quindi per la sua aria irrespirabile, con buona pace di chi pensa che abbattere alberi per costruire qualsiasi cosa, sia esso un asilo nido o il piazzale di parcheggio per delle ambulanze, non incida sulla qualità dell’aria. E, fra l’altro, se ne riparlerà d’estate, quando il caldo arroventerà le nuove pietre e il nuovo cemento. Perché, sembrerà strano, ma i migliori alleati nel contrastare i cambiamenti climatici sono proprio gli alberi, e, più grandi sono, maggiori sono le loro funzioni ecosistemiche. Da recenti studi, per esempio, risulta che il faggio che è ottimo per assorbire l’ozono e il biossido di azoto, l’abete di Douglas è il più efficace nell’abbattimento del Pm10, ma anche gli altri sempreverdi come alloro, olivo, oleandro, magnolia e lauceraso, mentre il pioppo bianco è perfetto per sequestrare la CO2. E, a dispetto delle recenti piantumazioni di piccoli arbusti, molti dei quali fra l’altro morti nel giro di pochi mesi, come recentemente sottolineato dall’Ispra, ma facilmente intuibile anche dai non addetti alle tecniche agronome, altezza e diametro della chioma degli alberi, rappresentino fattori chiave in grado di condizionare la qualità dell’aria.
 

Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci