Il no del Polesine alle trivelle: «Basta rovinare il Delta e l'Alto Adriatico»

Circa 400 persone alla manifestazione di Adria che ha unito politica, istituzioni e cittadini

Domenica 4 Febbraio 2024 di Guido Fraccon
La manifestazione no trivelle ad Adria con i sindaci del Delta

ADRIA - Il Polesine dice no alle trivelle. Oltre 400 persone sono scese in strada, ad Adria, per dire ribadire le ragioni del no contro le estrazioni di gas nel Delta del Po e nell’Alto Adriatico. La manifestazione “No trivelle” era promossa da palazzo Tassoni, dall’Ente Parco del Delta e dal coordinamento Polesine No trivelle. Se le presenze erano in linea con le attese, rispetto ad altre volte è stato quasi compatto il grido d’allarme dei sindaci.


GLI INTERVENTI
A fare gli onori di casa, il sindaco di Adria Massimo Barbujani e Vanni Destro di Polesine No trivelle. «Questa azione - ha commentato Destro - è volta a far ragionare il Governo sulla pericolosità e sull’inutilità di nuove estrazioni, dal momento che il Delta e il Polesine hanno già pagato e stanno ancora pagando per le estrazioni precedenti». Lasciar vivere il territorio seguendo le proprie vocazioni, agricola, ittica, turistica e con tutte le attività economiche connesse, la richiesta di quanti sono scesi in strada. «Il gas estratto - ha poi evidenziato Destro - sarebbe pochissimo. Non avrebbe pertanto senso provocare danni al territorio e all’economia. Spero che questo nostro grido arrivi ai palazzi romani».
La provincia ha già dato anche per il sindaco di Polesella, Leonardo Raito. «Il Polesine - ha puntualizzato - non è terra di conquista. Non vogliamo pagare dazio, come accaduto in passato, a politiche imposte da fuori. Il Polesine è dei polesani. Di queste operazioni non ce ne facciamo nulla anche dal punto economico. Battiamoci contro chi vuole fare scempio della nostra terra. Non facciamoci calpestare».
È pronta a marciare su Roma il sindaco di Taglio di Po Layla Marangoni. «Se non cambiano idea - ha spiegato - andremo a Roma per fare sentire la nostra voce». Si è tolta poi un sassolino. «In questo stesso momento, nel mio paese - ha evidenziato - il Pd sta organizzando un incontro sullo stesso argomento. Credo non si faccia così. Se non siamo uniti, non si va da nessuna parte».
Le estrazioni sono sempre lo stesso film per Roberto Pizzoli, sindaco di Porto Tolle. «Ogni Governo - ha ribadito - le ripresenta. Confido, però, nella Regione. Il Governo non può non ascoltare il territorio. Il Polesine non può essere messo in ginocchio per il nulla».
La Regione, appunto, rappresentata dall’assessore Cristiano Corazzari. «La storia - ha ribadito, portando i saluti del presidente Luca Zaia - non si deve mai più ripetere. Il nostro presidente si è espresso in modo chiaro, sin da subito, Dobbiamo essere uniti in questa battaglia. Non dobbiamo accettare questa prospettiva. Questa è una battaglia dell’intero Veneto».
Nel corso degli anni si sarebbe spesa una mezza finanziaria per salvare il Polesine dalle acque, secondo Graziano Azzalin, vice presidente della Provincia. «Si faccia chiarezza - ha esortato - visto che da una parte si vuole estrarre, dall’altra si danno soldi ai Consorzi di bonifica per riparare i danni delle estrazioni».


AMBIENTE DA SALVARE
La storia degli ultimi 70 anni parla chiaro per il presidente dell’Ente Parco, Moreno Gasparini. «Qui ci sono in gioco la nostra vocazione turistica, la nostra pesca e la nostra agricoltura. Cosa serve essere Mab Unesco e dall’altra venirne meno?».
In piazza anche i consiglieri regionali Laura Cestari, Elena Ostanel e Andrea Zanoni, e alcune scolaresche. «Stiamo chiedendo al Governo di cambiare rotta - ha sottolineato Cestari - questa terra va difesa». La battaglia comune contro le trivelle è iniziata anni fa per Ostanel e deve proseguire. «Un Governo poi - ha evidenziato - non può andare contro le fasce tricolori, contro i sindaci». Trivelle uguale a combustibile fossile per Zanoni. «Tutti oggi - ha puntualizzato - invece vanno verso le fonti rinnovabili». In chiusura l’intervento dell’avvocato Matteo Ceruti estensore del documento No trivelle di Italia Nostra.
Alla marcia hanno preso parte anche esponenti del Pd locale che hanno contestato l’intervento del sindaco di Taglio di Po. «Vogliamo ribadire - hanno detto - proprio nel momento in cui il Decreto energia è diventato legge, che servono precise responsabilità da chi ricopre ruoli istituzionali e politici. Occorre dimostrare coerenza. Non si può dire una cosa ad Adria e farne un’altra a Roma. Avremmo voluto un maggiore coinvolgimento e un forte responsabilizzazione dei cittadini e una mobilitazione generalizzata di tutte le articolazioni della politica, dell’imprenditoria, dei sindacati, delle associazioni, da tenersi in una data che permettesse la presenza di Zaia».
Voi però avete organizzato un convegno a Taglio di Po. «Il convegno è stato organizzato dopo che Barbujani aveva annunciato la manifestazione per il 13 gennaio scorso».

Ultimo aggiornamento: 09:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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