Piccole moschee abusive in Fvg: nati ritrovi incontrollati a causa della chiusura del centro islamico. Scatta l'allarme rosso

Sabato 25 Novembre 2023 di Marco Agrusti
Musulmani in preghiera (foto d'archivio)

PORDENONE/UDINE - Il problema fino a qualche mese fa sembrava tutto interno alla comunità islamica. Principalmente a quella pordenonese, perché a Udine le acque sembrano più calme. Questioni economiche, due fazioni contrapposte, il ruolo di leadership religiosa e non solo finito improvvisamente "in palio" tra etnie e nazionalità. Adesso invece lo stop prolungato del centro islamico della Comina, a Pordenone, è diventato un problema reale per il complesso sistema di intelligence che ha il compito di vigilare sulle attività svolte dalle comunità islamiche locali e sul rischio di infiltrazioni radicali. L'allarme arriva sia dai sindaci del territorio che dalle forze dell'ordine. Ed è un'indicazione precisa: sul territorio stanno nascendo piccole moschee "abusive" (termine volutamente tra virgolette) sempre più difficili da controllare.

IL PROBLEMA

L'emergenza riguarda sia il capoluogo che i piccoli paesi. Da quando è venuto a mancare - questa estate - il punto di riferimento unico rappresentato dal capannone in Comina, le diverse anime della comunità islamica pordenonese si sono dovute riorganizzare. La preghiera unitaria del venerdì a Nord di Pordenone garantiva un luogo accentrato per tutti i fedeli, ma consentiva anche ai reparti informativi delle forze dell'ordine di monitorare sia i sermoni degli imam che gli ospiti via via invitati al centro islamico.

Un'attività di intelligence decennale che adesso è diventata sempre più difficile. E questo proprio a causa della natura sempre più frammentata della comunità islamica pordenonese.

LA MAPPA

Il caso più noto è quello di Pravisdomini, il paese al confine con il Veneto nel quale la comunità macedone ha di fatto trasformato - tramite un'associazione - il capannone che era di un'edicola in una moschea decentrata. Un luogo in cui le autorità comunali non sono nemmeno mai entrate. Un centro islamico improvvisato conosciuto alle forze dell'ordine che sta facendo serpeggiare malumori in paese. Segnalazioni in merito a luoghi di ritrovo per la preghiera non dichiarati e nemmeno censiti arrivano anche da Casarsa e dalla zona del Sanvitese, così come dall'area della Pedemontana. E le tensioni non mancano nemmeno in città, dove la frangia nordafricana di quella che era la comunità islamica unita della provincia si raduna a Villanova e ora chiede uno spazio censito nel quale pregare. Ne deriva una difficoltà crescente per le autorità nell'operazione di controllo dei centri islamici. Semplicemente perché in molti casi si tratta di ritrovi spontanei in luoghi privati.
Una "balcanizzazione" della comunità che può generare una minor capacità di tracciamento e qualche gesto isolato come quelli che hanno messo nel mirino i simboli cristiani a Sacile oppure le bandiere di Israele a Pordenone.

I PIÙ PICCOLI

In una comunità divisa e sempre più galassia dai confini sfumati, l'allarme suona anche per i più giovani. Spopola anche nel Pordenonese, infatti, un'iniziativa nata online nel periodo della pandemia. I portale si chiama "Mini muslim academy" ed è una vera e propria scuola coranica a distanza, dedicata ai giovani e all'insegnamento - non mediato - della religione islamica in Italia. Contattati, i responsabili del progetto hanno spiegato di avere «molti studenti del Pordenonese».

Ultimo aggiornamento: 12:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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