Fleximan, gli investigatori convinti: non è uno solo. La pista dell’emulazione

Sabato 27 Gennaio 2024 di Cesare Arcolini
Fleximan, gli investigatori convinti: non è uno solo. La pista dell’emulazione

VILLA DEL CONTE (PADOVA) - Le telecamere di videosorveglianza, ma non solo. Un contributo all’indagine sul quindicesimo assalto veneto ad un autovelox, quello messo a segno lunedì notte a Villa del Conte nell’Alta Padovana, potrebbe arrivare dalle analisi del cartello sequestrato dalla Polizia locale. Quel messaggio appeso al palo dell’apparecchio poche ore prima dell’atto vandalico («Fleximan sta arrivando») è stato preparato con cura usando della carta plastificata resistente alle intemperie.

Un lavoro certosino, non improvvisato. Per questo motivo gli investigatori stanno facendo accertamenti nelle varie tipografie e cartolerie della zona per capire dove sia stato preparato il messaggio con cui veniva annunciato l’ennesimo abbattimento. 


LA MODALITÁ
Sulle indagini gli inquirenti tengono il massimo riserbo ma intanto emergono delle novità. Se in un primo momento era stato ipotizzato che fosse stato usato un giratubi manuale, nelle ultime ore è apparso chiaro che il vendicatore oscuro si sia servito di un flessibile elettrico. A confermarlo sarebbero delle striature riscontrate sulla struttura abbattuta.
È la stessa modalità già adottata tre giorni prima a Tribano nel Padovano e in molti altri assalti tra le province di Padova, Treviso, Belluno e soprattutto Rovigo. Se prendiamo in considerazione i quindici vandalismi degli ultimi otto mesi, in tredici casi il velox è stato direttamente abbattuto. 


IL CONFRONTO
Sull’ultimo caso, registrato lungo la strada provinciale Brentana, indagano gli agenti della Polizia locale del Camposampierese ma anche i carabinieri della Compagnia di Cittadella con il coordinamento della Procura di Padova. Per gli investigatori la pista più accreditata è quella dell’emulazione: “Fleximan” avrebbe più menti e più mani scollegate tra loro. 
Gli agenti si sono concentrati su una decina di varchi elettronici installati lungo le strade del Camposampierese ma al momento non sarebbero spuntate immagini né dell’atto vandalico né dell’affissione del cartello che annunciava l’assalto. L’attenzione è focalizzata su eventuali movimenti sospetti sulle strade circostanti e sulle targhe di quelle auto. 
La telecamera presente sopra il palo dell’autovelox è rimasta gravemente danneggiata e non è in grado di fornire i riscontri che sarebbero decisivi alla chiusura del cerchio. 
C’è in ogni caso il sospetto che ad agire siano state più persone. Difficile che un unico vandalo sia arrivato con l’auto a qualche decina di metri dall’obiettivo, abbia segato il palo, rubato l’autovelox e poi sia fuggito in autonomia. Si ipotizza che almeno una seconda persona abbia agito da “palo”. 
Ritenendo remota l’ipotesi che i vari autovelox messi fuori uso in tutto il nord Italia siano opera della stessa mano, rimangono tre ipotesi al vaglio degli inquirenti. La prima è che il vandalo sia una vittima delle multe di quel preciso rilevatore di velocità e abbia voluto farsi giustizia da solo. La seconda è che si sia mosso semplicemente per il brivido di emulare gli altri vandali. Terza ed ultima ipotesi, che dietro a questo tormentone mediatico che sta catalizzando l’attenzione delle forze di polizia vi sia una banda di giovani vogliosi di mettere a segno una bravata. Un’ipotesi che comunque per ora non trova alcun supporto dalle prove raccolte. 


IN EMILIA
Dopo la raffica di casi tra Veneto, Piemonte e Lombardia, ieri è arrivata una notizia analoga dall’Emilia Romagna. Nella notte tra giovedì e venerdì un vandalo ha abbattuto la colonnina di un autovelox fisso alle porte di Ravenna all’altezza della frazione di Osteria. Un raid in stile “Fleximan”. Nei giorni scorsi nella città romagnola era stato affisso su un altro autovelox un cartello di incoraggiamento per i vandali.
 

Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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