Battaglia Terme. Buoni pasto sospesi ai dipendenti del Comune, scoppia la protesta: «Erano un rimborso»

Sabato 9 Marzo 2024 di Iris Rocca
Battaglia Terme. Buoni pasto sospesi ai dipendenti del Comune, scoppia la protesta: «Erano un rimborso»

BATTAGLIA TERME (PADOVA) - Sono in stato di agitazione i lavoratori del Comune di Battaglia Terme, dopo che è stato loro tolto il rimborso di 5,16 euro per la pausa pranzo. È di giovedì la procedura di raffreddamento e conciliazione in Prefettura a Padova dopo che il 15 febbraio l’assemblea generale dei lavoratori del Comune ha dato mandato alle organizzazioni sindacali Fp Cgil Padova, Cisl Fp Padova e Rovigo e Uil Fpl Padova, di indire lo stato di agitazione per la decisione di sospendere da gennaio l’erogazione dei buoni pasto ai dipendenti. 

I DETTAGLI
A spiegarlo sono Maurizio Galletto della Fp Cgil Padova, Ettore Furlan di Cisl Padova e Rovigo e Michele Magrini di Uil Fpl Padova: «Non si trattava di un buono pasto, come gli elettronici inutilmente richiesti, ma di un rimborso fino a 2/3 per un massimo di euro 5,16 e, quando abbiamo saputo sarebbe stato tolto, abbiamo chiesto un incontro al sindaco a novembre, mai svolto a causa della sua improvvisa malattia. La conferma attraverso la segretaria comunale della fermezza nei suoi propositi non è stato un bel segnale verso il benessere organizzativo dei dipendenti, con ricadute sul clima interno, né verso il rispetto delle relazioni sindacali, data la mancanza di avviso dell’assenza del sindaco e la decisione di non delegare nessun amministratore al confronto. Inevitabile l’attivazione delle procedure di raffreddamento e conciliazione del conflitto che ci ha portato ora in Prefettura». 
All’incontro, avvenuto con la mediazione del viceprefetto aggiunto, Enrico Fameli, si sono presentati il sindaco Massimo Momolo e la segretaria comunale Vittoria Rauccio, oltre ai sindacalisti che continuano: «Abbiamo reciprocamente espresso le nostre posizioni. Il sindaco ha sostenuto che, visti gli alti premi di produzione di cui gode il personale, questo rimborso non è indispensabile. I dipendenti non sono d’accordo visti i bassi stipendi sempre più inadeguati rispetto all’impennata dei prezzi». La mediazione che potrebbe soddisfare i sindacati, che hanno invano suggerito di introdurre i ticket elettronici, è l’attivazione di un bar-mensa a disposizione o in convenzione nei pressi. Proposta di fronte alla quale il sindaco avrebbe chiesto un mese per verificare la fattibilità economica, schedulando un incontro per il 9 aprile, mantenendo lo stato di agitazione senza azioni. «Non dare soluzioni alternative – ribadiscono Galletto, Furlan e Magrini – è una scelta politica, non dettata dalla mancanza di risorse. Una scelta che nel privato neppure sarebbe possibile, infatti da tempo assistiamo ad una fuga in massa di lavoratori dal pubblico dato che in questo settore a fronte delle alte responsabilità di cui si porta l’onere, si viene ricompensati con bassi stipendi e disinteresse della politica». 

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