Belluno. Pasqua sugli sci con soggiorni brevi: pochi ospiti negli alberghi, tanti in pista. Dopo il ponte gli hotel chiuderanno

Martedì 26 Marzo 2024 di C.F.
Belluno. Pasqua sugli sci con soggiorni brevi: pochi ospiti negli alberghi, tanti in pista. Dopo il ponte gli hotel chiuderanno

BELLUNO - Pasqua sugli sci, ma non in hotel. Se i principali comprensori delle Dolomiti Bellunesi attendono gli ospiti per le ultime evoluzioni su piste ancora perfettamente innevate, gli alberghi nelle principali località sciistiche non registrano certo il tutto esaurito, e in molti attendono l'ultimo momento per le prenotazioni pasquali, magari sperando in quale offerta "last minute" da parte delle strutture. «Sarà una Pasqua abbastanza tranquilla - afferma il presidente di Federalberghi Belluno Walter De Cassan - sappiamo che tale periodo non è appetibile dal turista, perché c'è ha voglia di mare.

Tutto comunque dipenderà dalle previsioni meteo, e ci aspettiamo quindi che la clientela deciderà fra mercoledì e giovedì».

IL BERSAGLIO

Il presidente degli albergatori poi riflette: «Resteranno i pochi affezionati alla neve che sceglieranno di soggiornare per un periodo in genere compreso fra i due o tre giorni. D'altra parte lo sciatore medio è già soddisfatto della stagione, e quindi il periodo pasquale non ha più quell'attrattività che aveva negli anni 80 e 90. Sarà prevalentemente una clientela di prossimità che arriva dalla nostra regione o al massimo da quelle vicine» . Proprio perché il periodo è breve e la clientela di prossimità, pare però che i turisti preferiscono prenotare on line piuttosto che al telefono o direttamente sul posto. «In genere si effettuano le prenotazioni sui siti internet delle strutture o nei portali in via telematica nell'80 per cento dei casi - continua De Cassan -. Con il ponte pasquale credo buona parte degli hotel chiuderà, anche se nelle località dove gli impianti di risalita prolungheranno le loro aperture, come Arabba e Cortina, alcune strutture resteranno ancora aperte per qualche settimana».

IL BILANCIO

Una stagione che va lentamente volgendo al termine, nonostante le piste da sci siano ancora in ottime condizioni visti i recenti abbassamenti delle temperature. «È stata una stagione soddisfacente - sottolinea De Casan -. Non si possono ipotizzare ancora dei numeri ma rispetto allo scorso anno sicuramente porterà un segno positivo. Abbiamo vissuto il boom del turismo internazionale, e anche se quello dell'est è in parte mancato assieme a quello tedesco, forse anche a causa della situazione economica non florida, abbiamo vissuto l'interessante affacciarsi di altri mercati altrettanto ricchi come americani arrivati in massa. D'altro canto se andiamo a leggere i dettagli di quanto costa uno skipass negli Stati uniti siamo più che competitivi. Ad Aspen, ad esempio un giornaliero viene venduto fra i 200 e i 300 euro. Anche il riconoscimento Unesco alle nostre Dolomiti può aver influito positivamente, ma anche una riscoperta per la cara e vecchia Europa; d'altro canto, visto che il 90 per cento degli americani ha un trisavolo europeo».

IL FUTURO

Se la maggior parte delle strutture alberghiere chiuderà appena dopo Pasqua, già si guarda alla stagione estiva, che non è molto lontana. «Abbiamo già iniziato a lavorare per l'estate - prosegue De Cassan - e le premesse sono molto buone. I primi alberghi riapriranno a maggio complice la serie di eventi di inizio stagione, compresi quelli della bicicletta». Si va sempre più quindi nella direzione della destagionalizzazione, anche per rendere più appetibile il mestiere degli operatori nel turismo in termini di continuità di retribuzione. «Il fatto di allungare così le stagioni - afferma il presidente di Federalberghi Belluno - pone in questo senso problemi minori rispetto agli ultimi due anni, ma le difficoltà ci sono sempre nel reperire personale stagionale. Per quanto riguarda il decreto flussi ieri c'è stato l'ultimo click day del quale attendiamo risultati e comunque esso sia andato chiederemo al Governo di innalzare le quote d'ingresso di lavoratori esteri, in quanto non sono sufficienti. Il vero problema è che si agisce sempre in fase emergenziale ma bisogna che i flussi vengano gestiti invece con una politica strutturale».

Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 11:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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