Vannacci sotto inchiesta peculato e truffa: «Potrei candidarmi lo stesso». La Lega: «Azione a orologeria»

La procura militare gli contesta i reati di peculato e truffa ai tempi di Mosca. Il generale: «Non ho rapporti con Crosetto». Il sostegno del Carroccio: la stima cresce

Sabato 24 Febbraio 2024
Vannacci indagato per truffa e peculato, le contestazioni sul suo periodo a Mosca: «Falsi rimborsi e indennità non dovute»

«Ha visto che tutti parlano di me?» Più che preoccupato, il generale Roberto Vannacci sembra quasi compiaciuto.

Non - ovviamente - per l’ispezione ministeriale che gli contesta alcune indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, spese per benefit legate all’auto di servizio non autorizzate e rimborsi per l’organizzazione di eventi che in realtà non sarebbero mai stati organizzati, quanto per il nuovo risalto mediatico che le accuse di peculato e truffa sembrano avergli donato. «In tantissimi mi hanno fatto sopraggiungere messaggi di vicinanza e di simpatia» rivendica al Messaggero il militare autore del controverso libro “Il mondo al contrario”. «Non li ho contati e non so se sono quanti i lettori, ma le assicuro che erano davvero tanti».

Il generale Vannacci sotto inchiesta

Tra i primi a schierarsi al fianco di Vannacci considerato ormai da tempo in odore di candidatura per le prossime elezioni Europee, c’è la Lega. «Si tratta della solita inchiesta a orologeria - spiegano dal Carroccio commentando la notizia dell’indagine predisposta dallo Stato maggiore della Difesa e anticipata ieri dal Corriere della Sera - Vannacci è un uomo amato dai cittadini e scomodo al palazzo. Visto che non riescono a intimidirlo in altro modo ci provano con inchieste e minacce. La nostra stima nei suoi confronti non cambia, anzi aumenta». Senza neppure nasconderlo troppo, il partito di Matteo Salvini è considerato l’approdo politico naturale del militare che continua a sostenere di non aver sciolto la propria riserva rispetto alla corsa elettorale. Di certo, però, se Vannacci preferisce non commentare l’inchiesta della procura militare («Come sempre non parlo di faccende inerenti al mio servizio» ammonisce), anche stavolta non pare disposto a passi indietro di qualsiasi tipo. «Contrariamente a quanto detto da qualcuno vado avanti a testa alta e continuo la mia vita sereno» dice, aggiungendo come l’inchiesta che lo vede coinvolto «Non cambi nulla della sua idea». Vale a dire che il proposito di una candidatura resta senza dubbio sul tavolo. «Anche perché - aggiunge Vannacci - sinceramente non vedo l’accostamento tra le due cose, mi sembrano separate». Tant’è che anche l’avvocato Giorgio Carta ostenta tranquillità. «Le notizie diffuse oggi dalla stampa riguardo al generale Vannacci risultano fare riferimento ad attività d’ufficio già accuratamente ricostruibili dall’interessato oltreché del tutto regolari. Ovviamente, nel rispetto del codice dell’ordinamento militare, tutti i chiarimenti del caso saranno forniti nelle sole sedi istituzionali». 

Vannacci, nuovo libro e candidatura. Ira della Difesa: così calpesta le forze armate, regole da cambiare

L'inchiesta

Nello specifico sono tre i capitoli contestati secondo le ricostruzioni della stampa. Il primo riguarda «le autocertificazioni in virtù delle quali il generale Vannacci ha percepito l’indennità di servizio all’estero». Ovvero gli ispettori contestano l’effettiva presenza della moglie e delle figlie di Vannacci a Mosca durante il periodo in cui ricopriva l’incarico di addetto militare in Russia (al 7 febbraio 2021 al 18 maggio 2022).  Il secondo capitolo riguarda feste e cene. Anche in questo caso Vannacci ha presentato l’elenco delle spese sostenute ma nella relazione viene scritto: «Risulta che il generale Vannacci avrebbe chiesto ed ottenuto rimborsi per spese sostenute impropriamente per organizzare eventi conviviali per la “Promozione del Paese Italia” presso ristoranti di Mosca piuttosto che presso la propria abitazione». Infine, sempre secondo le ricostruzioni, si contesta al generale un possibile danno erariale - il dossier è stato affidato alla Corte dei Conti - per l’uso dell’auto di servizio, una Bmw: 9 mila euro sarebbe stati spesi senza giustificazione.
Per ora nulla trapela dalla Difesa ma fonti vicine al ministro Guido Crosetto lo raccontano «imbufalito» per il clamore suscitato da una vicenda «trattata con grande riserbo». Nessun contatto neppure tra il co-fondatore di FdI e Vannacci. Anche perché «non ho relazioni con il signor ministro» precisa il generale, «gli sono legato solo per disciplina e onore».

Ultimo aggiornamento: 23:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci