La città di Firenze, esattamente come è accaduto per Genova, Torino, Palermo, Napoli, Milano e Venezia, non avrà più un cardinale in futuro a capo della diocesi.
Finora l'unico capoluogo italiano di tradizione cardinalizia che Papa Francesco ha mantenuto è Bologna con il cardinale Matteo Zuppi. I criteri di scelta dei nuovi arcivescovi sembrano essere più o meno gli stessi: uomini di Chiesa con profili piuttosto defilati ma con esperienze importanti nel sociale, nelle missioni, nella pastorale. Religiosi oppure anche parroci diocesani. Papa Francesco sin dall'inizio del suo mandato ha fatto capire di essere allergico ai curriculum accademici importanti, alle nutrite pubblicazioni, ai percorsi teologici considerati certamente rilevanti sebbene abbia scelto di privilegiare identikit più anonimi e dalla forte impronta pastorale. «Il pastore deve avere addosso l'odore delle pecore» ha detto in più di una occasione ricorrendo ad una espressione colorita per fare capire il cambio di passo necessario per dare alla Chiesa la possibilità di avvicinarsi di più alla gente semplice, alle periferie, ai destini dei senza voce della società.
Il medesimo destino di Firenze senza cardinale potrebbe toccare anche a Roma, la diocesi del Papa, dove la scorsa settimana è stato deposto il cardinale Angelo De Donatis – già parroco alla chiesa di San Marco a piazza Venezia – per essere trasferito in curia, a capo della Penitenzieria, una specie di cimitero degli elefanti. Al suo posto Francesco avrebbe stabilito che da ora in poi sarà il vescovo vicegerente a portare avanti il lavoro della diocesi, al posto di un cardinale vicario, come è sempre stato in passato. Nella costituzione apostolica Ecclesiarum Communione il Papa ha stabilito che la figura di Vicegerente dovrà considerarsi a tutti gli effetti vicario del Papa. Nell'articolo due del regolamento per il personale del Vicariato si legge poi che il «Cardinale vicario e il Vicegerente sono vicari del Santo Padre», specificando successivamente, sempre nel paragrafo medesimo, che i vescovi ausiliari sono Vicari episcopali. Con queste premesse forse Roma potrebbe davvero non avere più cardinali in futuro.