Lo chiamavano "Peter lo squartatore", folle omicida seriale inglese di donne che dilaniava i corpi a colpi di martello e cacciavite, emulo del leggendario Jack e condannato all'ergastolo. Massacrò alla fine degli anni '70 del secolo scorso, nella regione dello Yorkshire, tredici donne ufficiali, ma gli inquirenti hanno sempre sospettato che nella lista dovevano essercene molte di più, di popverette finite nella sua rete macabra. Ebbene, all'età di 74 anni Peter William Sutcliffe, il famigerato "squartatore dello Yorkshire" è morto di Covid-19.
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In queste ore la notizia sta facendo il giro dei media d'oltremanica.
Peter William Sutcliffe, soprannominato “il Lupo”, rapiva e uccideva ferocemente donne e bambine nella contea dello Yorkshire, cambiando per sempre la vita di quella comunità. Cronache furiose che finirono nei romanzi di David Peace documentando una società corrotta (da cui sono state tratte anche serie televisivive). Sembrava che Sutcliffe operava convinto di avere una missione divina: ripulire il mondo dalle donne di malaffare.
All'indomani della notizia della sua scomparsa per Covid-19, uno dei figli delle vittime ha dichiarato che con la morte dell'omicida si chiude finalmente una pagina terribile della propria vita. Sutcliffe era stato catturato nel 1981 e recluso inizialmente sull'isola di Wight. Condannato a diversi ergastoli, dall'84 era stato tuttavia trasferito in un'ala del Broadmoor Hospital, una clinica psichiatrica di alta sicurezza nel Berkshire (Inghilterra sud-orientale), sulla base d'una diagnosi di schizofrenia paranoide.
Nel 2016 i medici lo hanno dichiarato guarito e quindi in condizioni di tornare in galera. Era stato quindi rinchiuso nella prigione di Frankland, nord-est dell'Inghilterra. Lo avevano definito "The Yorkshire Ripper" per come infieriva sui corpi delle vittime con martelli, cacciavite, coltelli. Resta emblematica la foto del suo arresto, col pizzetto luciferino e lo sguardo raggelante.