Fondazione Crt, traballa il vertice: lascia il segretario generale Varese

Il presidente Palenzona in difficoltà nella gestione della governance del terzo Ente bancario italiano

Domenica 21 Aprile 2024 di Rosario Dimito
Fondazione Crt, traballa il vertice: lascia il segretario generale Varese

Era già ai margini nel mondo Acri dove il suo tentativo di conquistare la leadership al posto di Francesco Profumo sulla base di un programma autoreferenziale, è stato respinto dalla rete di fondazioni che ha eletto Giovanni Azzone al vertice, forte del sostegno del padre nobile degli enti nati dalla legge Amato (Giuseppe Guzzetti), ma da venerdì scorso Fabrizio Palenzona traballa anche nel suo regno: la fondazione Crt.

E a dare l’immagine plastica del suo indebolimento ci sono non solo le improvvise dimissioni del segretario generale Andrea Varese, scaricato dallo stesso Palenzona di cui era un delfino ma anche la richiesta del consiglio al presidente di “allontanare” dalle stanze della sede di via XX Settembre il suo fido Roberto Mercuri presentato come “mio nipote” che già nel 2015, in conseguenza del caso-Bulgarella, era stato invitato alla porta da un altro ambiente che frequentava, in scia a suo “zio” con tanto di stanza tutta per sè: la sede di UniCredit.

IL CDA

Due giorni fa, durante una riunione del consiglio di indirizzo per il rinnovo, è un cda della fondazione chiamata a fare alcune nomine come in Ogr (Officine Grandi Riparazioni), Equiter e Ream, lo scontro interno ha messo in un angolo il presidente e la tensione ha portato Varese a rassegnare le dimissioni, anche perché un paio di consiglieri (Caterina Bima e Davide Canavesio) gli hanno chiesto conto della denuncia presentata autonomamente al Mef, senza coinvolgere gli organi, di un patto occulto organizzato da un consigliere Corrado Bonadeo con altri colleghi di cui non ci sarebbe evidenza. Crt è la terza fondazione italiana, dopo Compagnia Sanpaolo e Cariplo ed è un forziere di partecipazioni di potere in UniCredit, Cdp, F2i, Mundys, Generali, Banca di Asti, mentre non c’è la quota nella Banca del Fucino che pure era stata deliberata dal cda ed ha contribuito ad alimentare lo scontro in casa Crt per un investimento in una realtà finanziaria brillante ma lontana dal territorio piemontese.

Palenzona si è sempre mosso con obiettivi di potere, contrari allo spirito filantropico delle fondazioni che Azzone sta egregiamente portando avanti. Si dà il caso che quando si è reso conto del consenso plebiscitario in Acri a favore di Azzone, ha tentato di farsi avere la delega su Cdp per avere più peso adesso che si procederà al rinnovo dei vertici: peccato che sulla nomina del presidente e di due consiglieri decidono singolarmente le fondazioni socie e non l’associazione. Ma la sconfessione dell’altro giorno in Crt e la marginalità del suo ruolo in Acri non sono gli unici recenti passi falsi. Palenzona si muove spesso con spregiudicatezza e a novembre scorso ha smarcato Crt dalle altre fondazioni azioniste di F2i capeggiate da Cariplo, accodandosi alle casse di previdenza e a UniCredit disdettando il patto parasociale, una mossa che non è andata da nessuna parte.

Così come un mese fa ha provato a ritagliarsi uno spazio nella governance di UniCredit ottenendo l’obiettivo di non far riconfermare il vicepresidente Lamberto Andreotti che gli ha sbarrato il passo. Palenzona è presidente di Prelios, un gruppo che gestisce crediti deteriorati e pertanto accede ai segreti delle imprese in difficoltà che Andrea Pignataro, finanziere di Bologna intraprendente, ma super indebitato, vuole acquistare: avendo Prelios una sgr e una società che rientra nella fattispecie dell’art 106 del tub (intermediario finanziario) la pratica sarebbe bloccata in Bankitalia che cerca di avere visibilità sui soci veri di Ion e la provenienza dei fondi.

LA POLITICA

Eppure Palenzona si dà un gran da fare attraverso la sua rete politica per favorire il suo futuro padrone. Qualcuno lo ha definito un Giano bifronte, metà politico, metà manager, che si muove a seconda delle convenienze. Ora a 70 anni finiti non sarà facile per lui la risalita perché annaspa in casa Crt, indebolendosi ancora di più tra le fondazioni e si consideri che è già ai margini del mondo degli autotrasportatori, dove fino a tre anni fa aveva un suo feudo con la presidenza Aiscat.. 

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