«Macché opera già al 30%, siamo
sotto il 20% e nessuno la finanzia»

Venerdì 19 Agosto 2016
I cantieri della Spv visti dal cielo, foto su facebook di Alberto Parise
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VICENZA/TREVISO - Ennesima picconata del CoVePa sui problemi della Pedemontana Veneta. L'opera è ormai al 30 per cento% e non si può fermare, si sostiene nei palazzi. Ma Massimo Follesa, portavoce del comitato, non è d'accordo, parla invece di meno del 20% per cento e torna con la sua lettura dei numeri numeri sulla questione. Che infuoca ancora di più il dibattito sull'opportunità di mandare avanti o fermare e ripensare i cantieri.

«La Pedemontana Veneta non è al 30% di avanzamento - sostiene l'architetto grande oppositore del commissario Vernizzi e della Spv -, come da numeri del cronoprogramma degli investimenti nel piano economico e finanziario della Spv. Esiste uno specchietto che dimostra il ritardo degli investimenti e il livello del disastro finanziario a cui si è giunti». A pagina 2 dell'allegato 1 nella relazione al piano economico e finanziario della revisione della concessione di Spv del 2013, la tabella è chiarissima su tempi e sulle cifre degli investimenti, sostiene Follesa: «La prima cosa che si può dedurre è che i livelli di investimento sono in ritardo di oltre un anno almeno e finora i lavori, realizzati per circa il 30%, sono stati finanziati in prevalenza da risorse pubbliche (390 milioni su 614 complessivi stanziati dallo Stato)».

La tabella fa anche comprendere come finora manchino centinaia di milioni di euro per gli espropri, che nel 2016 sarebbero dovuti essere pari a 229,7 milioni e invece sono fermi ai 40 del 2013, dice il portavoce del CoVePa. E guardando all'investimento previsto entro il 2016, arriva a considerazioni drastiche: «Entro fine anno dovrebbe ammontare a 1.123,8 milioni - dice - ma la percentuale di avanzamento degli investimenti ad agosto 2016 è pari a meno del 20% rispetto ai costi complessivi del progetto di 2,258 miliardi. Qualche dubbio sul completare la Montecchio-Spresiano così come è dovrebbe venire, invece si vuole procedere senza se e senza ma. La cosa che tutti tacciono - prosegue Follesa - colpevolmente è la mancanza dei fondamentali economici di questo progetto oltre che di quelli per il miglioramento della mobilità. E' incontrovertibile che per prima la Bei, poi JpMorgan e infine la Ico e la Cdp, le due casse del credito postale spagnola e italiana, abbiano respinto il finanziamento alla Spv.

La mutinazionale Sacyr-Vallehermoso ci metta tutti gli oltre 1.600 milioni mancanti, oppure anch'essa si rifiuta di investirli in quest'opera?».

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