La trentina Inco restaurerà il Ponte
«Per noi non serve l'antimafia»
La Vardanega pensa di fare ricorso

Venerdì 26 Febbraio 2016 di Paola Gonzo
Ponte Vecchio
BASSANO - Sarà la Inco srl. di Pergine Valsugana la ditta esecutrice del progetto di restauro del Ponte Vecchio. Un cambio di rotta che ha escluso la Nico Vardanega costruzioni di Possagno a seguito della mancanza di alcuni requisiti richiesti in base alla cosiddetta procedura di avvalimento (in sede di appalto si dichiara che ci si avvale dei requisiti forniti da altro operatore economico) adottata dalla ditta trevigiana. In parole povere, per rientrare nella categoria che le avrebbe permesso di restaurare il monumento palladiano, la Vardanega si è avvalsa del supporto di una ditta della provincia di Caserta, il Consorzio Al.ma di Aversa che, però, non possedeva tutti i requisiti necessari per svolgere il tipo di lavoro richiesto. Da qui l'esclusione e il subentro della seconda aggiudicataria, appunto la trentina Inco.

«Siamo molto contenti di questo incarico - commenta il titolare, Luca Conci - è la prima volta che effettuiamo un intervento di queste dimensioni, ma abbiamo già svolto diversi restauri, tra tutti il palazzo della Provincia e quello del Comune a Trento e molte ville storiche. L'affido è stato molto rapido in quanto siamo iscritti alla "white list" che garantisce una sorta di certificazione governativa sulla regolarità della ditta. Per questo - conclude - non è necessaria per noi la certificazione antimafia».

Niente avvalimento dunque per la Inco che, però, si avvarrà dell'aiuto di una serie di ditte subappaltatrici, sempre della zona. Nel frattempo, la Vardanega pensa ad un possibile ricorso contro l'amministrazione comunale. «Il Comune di Bassano - comunica Giannantonio Vardanega, titolare della ditta trevigiana - ha sollevato problemi sulla procedura di avvalimento, poiché ha chiesto la dimostrazione dei mezzi e dei contratti effettuati coi tecnici della ditta ausiliaria, adempimento che a noi non compete assolutamente in quanto esiste già la certificazione di idoneità rilasciata da un'apposita attestazione Soa. Alla luce di ciò l'esclusione è avvenuta per una mera questione burocratica, e non per problemi sostanziali. Appena entreremo in possesso del verbale - conclude - valuteremo se fare ricorso contro tale decisione».

«Non si debbono avere ora preoccupazioni di tipo procedurale poiché - rassicura il sindaco Riccardo Poletto - anche nel caso di presentazione di un ricorso, cosa abbastanza normale negli appalti pubblici, i lavori non possono essere bloccati proprio per il tipo di opera su cui si va ad intervenire».
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