Barca a vela sugli scogli a Rimini Quattro morti e due persone salvate
C'è anche un ingegnere vicentino

Mercoledì 19 Aprile 2017
(da sinistra) Ernesto Salin, Alessandro Fabbri, Alessia Fabbri e Enrico Martinelli

VERONA - LA tragedia di ieri sera a Rimini vede coinvolto un vicentino di Camisano e protagonista un medico che è stato primario al San Bortolo. E' avvenuta ieri poco dopo  le 19, quando la pioggia battente sferzava il molo e la luce iniziava a farsi fioca, erano ancora in volo due elicotteri, sul porto di Rimini, alla ricerca dei veronesi dispersi nell'incidente, avvenuto intorno alle 16.30, quando un'imbarcazione è andata a schiantarsi sulle barriere frangiflutti all'imboccatura dello scalo romagnolo. Nell'impatto con le scogliere, uno dei sei passeggeri del natante poi finito rovesciato sulle rocce (FOTO) - 5 uomini e una donna - ha perso la vita, mentre due sono stati condotti in ospedale in codice rosso, di massima gravità, e tre risultavano dispersi. Nella mattinata di oggi, mercoledì 19 aprile, il bilancio è di quattro morti e due persone salvate (VIDEO).

CHI ERA A BORDO
Una coppia, il padre di lei ed altri tre amici, tutti veronesi e tutti con patente della Scuola di nautica di Bussolengo. Sono loro le vittime della tragedia del mare. Su quella barca c'erano Alessia Fabbri, 38 anni, notaio, di Verona. Il padre, Alessandro Fabbri, 65 anni, di Verona, cardiologo, il compagno di Alessia, Luca Nicolis, che è stato salvato ed è un famoso ristoratore della Bottega del Vino, nel cuore di Verona (Il grido disperato:
«Alessia! Dov'è Alessia?!» LEGGI), poi  Enrico Martinelli, 69 anni, pensionato, il medico Carlo Calvelli, ed Ernesto Salin, classe '53, ingegnere di Camisano Vicentino. Proprio Salin era probabilmente diventato amico di Fabbri durante il suo periodo di lavoro a Vicenza dove il medico, fino al 2009, era stato primario di cardiochirurgia all'ospedale San Bortolo.
 

 

IL VIAGGIO
I sei sarebbero partiti, stando alle prime ricostruzioni effettuate dagli inquirenti romagnoli, ancora lunedì mattina da Monfalcone dove avevano la barca a vela Di Più in ormeggio. Nel mare gelido di una giornata segnata dal forte vento, onde alte e scrosci di pioggia. E ieri, a bordo dell'imbarcazione, lunga una quindicina di metri salpata questa volta dal porto di Marina di Ravenna e diretta a Trapani, in Sicilia, c'erano loro che cercavano riparo all'imboccatura del porto, tentavano di entrare per sfuggire al fortunale. Ma l'imbarcazione si è schiantata contro la diga foranea. ​L'equipaggio aveva chiesto via radio di poter attraccare e gli era stata concessa l'autorizzazione. Ma la corrente e le onde l'hanno sbattuta contro la scogliera ribaltandola. Sul porto canale si trovava un fotografo riminese che ha assistito alla scena e ha prestato i primi soccorsi, lanciando poi l'allarme alla Capitaneria di Porto. 

LE RICERCHE
Recuperati i corpi delle vittime del naufragio: il bilancio finale è di quattro morti e due persone sopravvissute. Ieri il mare ha restituito il primo corpo, oggi sono stati trovati anche i tre che risultavano dispersi. Uno è stato ritrovato presso l'imbarcazione, l'altro incagliato negli scogli, l'altro ancora sulla spiaggia nei pressi del bagno 44. Solo due persone sono sopravvissute e risultano essere ricoverate in ospedale: Luca Nicolis e un  70enne, recuperato dalla carcassa della barca.

 

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 21:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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