Dopo aver fatto intuire che la prospettiva di un'apertura futura per le “benedizioni” alle coppie gay è all'orizzonte Papa Francesco alcuni giorni fa ha ricevuto a Santa Marta una organizzazione Lbgt+ americana che, in passato, era stata denunciata sia dalla conferenza episcopale statunitense, sia dal Dicastero della Fede per aver diffuso caos e provocato disorientamento tra i cattolici.
La notizia di questo meeting è uscita dall'agenzia cattolica Catholic News Service anche se non è ancora chiaro il motivo dell'incontro durato complessivamente un tempo considerevole, quasi un'ora.
L'organizzazione americana Lgbt ha ringraziato il Pontefice per aver aperto la strada senza paura anche se tutto è in via di discussione all'interno del Sinodo dove i padri sinodali hanno manifestato durante gli incontri ampie spaccature in merito.
Tanti vescovi, tra cui il cardinale Hollerich che è il relatore del Sinodo, hanno tentato di smorzare i toni e abbassare il livello di scontro spiegando che questa sessione sinodale non avrà alcuna conclusione poiché è solo una fase preparatoria per l'assise dell'anno prossimo. Il lavoro finora fatto è stato elaborato a porte chiuse e con il divieto per i 450 membri di parlarne all'esterno. «Questo non è un parlamento, né un talk show» aveva messo in chiaro il Papa chiedendo a tutti di tapparsi la bocca ed evitare polemiche esterne.
L'arcivescovo di Riga, in Lettonia, monsignor Stanckievicz stamattina ha messo però in chiaro con la stampa che esiste il rigore della Sacra Scrittura e della dottrina da rispettare e che di conseguenza impone coerenza in materia sessuale. «L'atteggiamento filiale della Chiesa nei confronti dei gay è espresso del Catechismo dove si dice che loro sono chiamati a vivere in castità. Si specifica che la tendenza come tale non è un peccato ma se loro hanno rapporti sessuali commettono peccato. Essattamente come accade per il sesso fuori dal matrimonio. Ma se arriva un gay che vuole vivere nella grazia di Dio, non vedo controindicazioni a pregare per lui. Vanno aiutati a vivere in castità. Tuttavia due omosessuali che vogliono una benedizione e vogliono vivere come se fossero marito e moglie fanno peccato e la Chiesa non può benedire due persone che vivono nel peccato. Tuttavia la Chiesa è aperta a tutti».
L'arcivescovo di Riga ha raccontato che un giorno ha incontrato un gay al quale ha espresso dispiacere per come la chiesa nei secoli scorsi ha trattato gli omosessuali. «La Chiesa è madre e dobbiamo accolgiere tutti, senza giudicare, rispettare la dignità ma questo non vuol dire che la Chiesa debba essere riconoscere l'amore permissivo. Non farebbe il bene di nessuno».