Anche la Svizzera ha deciso di fare luce sugli abusi sessuali commessi da sacerdoti negli ultimi settant'anni, un periodo ritenuto 'standar' per studiare il fenomeno e sul quale quasi tutte le conferenze episcopali sono concordi (eccetto che quella italiana).
Dal punto di vista statistico il 56% delle molestie ha riguardato uomini o ragazzi mentre il 39% donne o ragazze. I ricercatori hanno analizzato migliaia di pagine di documenti segreti, raccolti dalle autorità ecclesiastiche a partire dalla metà del XX secolo. Più della metà dei casi si sono verificati durante la cura pastorale e in ambito parrocchiale, persino confessioni. Il 30% invece in luoghi come scuole, case e collegi. I ricercatori hanno appurato che molti casi sono stati "nascosti, insabbiati o minimizzati" secondo la mentalità che è sempre prevalsa nella Chiesa di proteggere il buon nome dell'istituzione e non le vittime.
«I funzionari della Chiesa trasferivano abitualmente i chierici accusati e condannati, a volte anche all'estero, nel tentativo di evitare procedimenti penali secolari e di garantire un nuovo incarico ai chierici. In questo modo, gli interessi della Chiesa cattolica e dei suoi leader sono stati anteposti al benessere e alla protezione dei parrocchiani».