Siccità e inondazioni funestano il Pianeta

In 13 anni, quasi 1900 eventi meteorologici estremi hanno interessato l’Italia e hanno avuto l’acqua come protagonista. I cambiamenti climatici sono la principale causa di questa condizione, che deve essere affrontata con urgenza nelle agende politiche

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Lunedì 22 Aprile 2024
Siccità e inondazioni funestano il Pianeta

L’alluvione che si contrappone alla siccità. Le temperature anomale, particolarmente miti, durante l’inverno e il termometro che segna temperature in brusco calo quando invece bisognerebbe mettere da parte piumini e sciarpe. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono tangibili e sotto gli occhi di tutti, con l’acqua tra i principali protagonisti. Basti pensare infatti che, dal 2010 alla fine dell’estate 2023, su 1.855 eventi meteorologici estremi, si sono verificati 667 allagamenti, 163 esondazioni fluviali, 133 danni alle infrastrutture causati da piogge intense e 120 dalle grandinate; chiudono questo preoccupante elenco le 85 frane a seguito di importanti piogge e 83 danni causati dalla siccità prolungata. A livello nazionale, sono diverse le regioni che sono state particolarmente colpite da questi fenomeni: Sicilia e Lombardia con 146 eventi ed Emilia Romagna con 120, anche se la città che risulta più flagellata è la Capitale con 65 eventi, che distanzia Milano che invece ne ha registrati 23. E se è vero che l’ottimizzazione delle risorse idriche e il non spreco di questa risorsa non infinita sono al centro dell’agenda dell’Unione europea, è altrettanto vero che in Italia ci sono realtà che da decenni denunciano questo stato di sofferenza del Belpaese e, più ad ampio raggio, del Pianeta tutto. Una di queste è Legambiente, che proprio in occasione della quinta edizione del Forum Acqua svoltasi nell’autunno scorso, ha presentato ai commissari straordinari alcune proposte volte ad attivare una strategia integrata per la transizione ecologica della risorsa idrica attraverso il concretizzarsi di tre aspetti: conoscenza, qualità e integrazione, con l’obiettivo finale di rendere l’Italia sempre più duttile nei confronti della crisi climatica, dimostrandosi capace di adattamento.

Un sistema colabrodo

Tra i dati emersi nel corso dell’evento, quello relativo alle reti idriche inefficienti e non performanti. Secondo infatti la fotografia Istat, il sistema - a causa di una serie di falle presenti lungo il percorso che conduce l’acqua al consumatore finale, cioè il cittadino - perde il 42,4% dell’acqua potabile. Tradotto: 157 litri al giorno pro capite, che non raggiungono le case, gli uffici, le infrastrutture e via discorrendo ma che si disperdono. La maglia nera di questa classifica spetta alla Basilicata; al contrario, le regioni settentrionali hanno un dato inferiore alla media, con i virtuosismi di Bolzano, dell’Emilia Romagna e della Valle d’Aosta. Guardando ai capoluoghi regionali, in più di uno su tre si registrano perdite totali in distribuzione superiori al 45%. Le condizioni di massima criticità, con valori pari ad almeno il 65%, sono a Potenza (71,0%), Chieti (70,4%), L’Aquila (68,9%), Latina (67,7%), Cosenza (66,5%), Campobasso (66,4%), Massa (65,3%), Siracusa (65,2%) e Vibo Valentia (65,0%). Una situazione infrastrutturale più favorevole, con perdite inferiori al 25%, si verifica in circa un capoluogo su quattro. Perdite inferiori al 15% si rilevano in sette città: Como (9,2%), Pavia (9,4%), Monza (11,0%), Lecce (12,0%), Pordenone (12,1%), Milano (13,4%) e Macerata (13,9%).

Chi si fida del rubinetto

Entrando idealmente nelle case dei cittadini, si scopre infine che il 28,8% di essi non si fida a bere l’acqua del rubinetto. Il dato del 2023 - quelli del 2024 devono ancora essere elaborati - si dimostra stabile rispetto al 2022; per dovere di cronaca, va evidenziato che comunque la percentuale è scesa rispetto al 2002, quando questo sentimento era avvertito dal 40,1% della popolazione.

Rispetto a questo dato, la percezione di non salubrità dell’acqua è nettamente distinta tra Nord e Sud: si passa dal 18,9% nel settentrione della Penisola al 53,4% delle Isole: la Sicilia presenta un 56,3%, la Sardegna un 45,3%; seguono Calabria e Abruzzo, con un 35,1%.

Evitare gli sprechi nelle proprie case

Tutelare e preservare un bene così vitale e prezioso come l’acqua è un dovere morale ed etico di ciascuno di noi. Per “noi” si intende la popolazione dei Paesi sviluppati, considerata la drammatica situazione di una parte del mondo che fatica a vedersi garantita l’acqua come bene primario, con conseguenti drammi dal punto di vista sanitario.

Per evitare sprechi, dunque, bisogna mettere in pratica alcune piccole regole che non costano nulla se non un minimo di coscienziosa attenzione. Molte di queste si possono concretizzare in bagno: chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, fare docce parsimoniose - ogni minuto trascorso sotto il soffione fa scorrere dai 6 ai 10 litri di acqua - e comunque da preferire al bagno (questo permette di ridurre i consumi del 75%), senza dimenticare di utilizzare lo scarico del wc che richiede meno consumo di acqua della vaschetta. In generale, fare una corretta manutenzione dei rubinetti evitando perdite e azionare a pieno carico lavastoviglie e lavatrice.
Ultimo aggiornamento: 11:48

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