Roma, ucciso "er Mitraia", il fratello del fuggitivo: «Se sei stato tu, costituisciti»

Mercoledì 24 Gennaio 2018 di Morena Izzo e Alessia Marani
Roma, ucciso "er Mitraia", il fratello del fuggitivo: «Se sei stato tu, costituisciti»
«Se è stato mio fratello ad ammazzare quell'uomo, allora deve pagare. Anzi, lo invito a non fare altre stupidaggini, a costituirsi subito alla polizia o comunque a farsi trovare per spiegare che cosa è successo». Pino ha cinquant'anni, è uno dei due fratelli più grandi di V. M., classe 1971, sparito nel nulla dopo l'omicidio avvenuto l'altra notte in un palazzo popolare di via Sebastiano Satta, la strada dello spaccio a Casal Bruciato. Pino vive al primo piano dello stabile di proprietà dell'Ater e gestito dal Comune, il fratello all'ottavo, nell'appartamento che era di mamma Annunziata, morta un paio d'anni fa. «L'ho visto per l'ultima volta sabato pomeriggio - racconta - quando mi ha aiutato per dei lavoretti. Io mi arrangio come posso da sempre, lavoro duramente e in maniera onesta per mandare avanti la mia famiglia; mio fratello invece si è perso per strada dopo le scuole medie, le cattive amicizie lo hanno deviato. Ogni tanto quando era più giovane ne combinava una, ma noi con la droga e altre storie non c'entriamo niente».

Da quando nel cuore della notte tra lunedì e martedì la polizia ha bussato alla sua porta, Pino è sconvolto. «Sono rimasto sveglio per ore, ho cercato di dare una mano, ho provato a telefonare a mio fratello per rintracciarlo, per sapere dove fosse. Ma niente, il cellulare era staccato», spiega. Dice di avere allontanato la famiglia, nel frattempo, per preservarla «da un incubo»: «Ho mandato via mia moglie e le figlie, non vogliono che siano qui». «No, la vittima non la conoscevo». Ha gli occhi bagnati dalle lacrime: «Io sto malissimo, sono morto dentro». Richiude il portone.

«ALBERTO ABITAVA QUI»
Chi conosceva mamma Annunziata nel condominio sostiene che «se sapesse cosa è accaduto qui l'altra notte, si rivolterebbe nelle tomba, tanto era una brava persona». V. M., ora ricercato dalla polizia, l'avrebbe accudita amorevolmente fino all'ultimo minuto, poi è rimasto a vivere da solo in casa, «non era fidanzato», dicono i vicini. Che parlano di un «continuo via vai, a tutte le ore, da quell'appartamento», di «gente che forse andava lì per la droga», ma che «no, lui non è un tossico, forse beve un po'. Ma è sempre educato e non è un tipo violento». Forse V. M. ha avuto paura di Ianni che è grosso, muscoloso e corpulento e si è difeso.

Il condominio è stato svegliato dagli spari. «Sembravano almeno tre, quattro - racconta Alberta - ma no, non abbiamo visto niente. Solo quell'uomo a terra fuori al portone coperto da un lenzuolo». Un'altra condomina racconta: «Uscivo per andare al lavoro, quell'uomo era a terra. Credo di averlo riconosciuto: abitava qui una quindicina d'anni fa. Ho ancora i brividi, ricordo una scarpa rossa da ginnastica ai suoi piedi. Quel che è strano è che un'altra che mi sembra proprio uguale l'ho vista sulla tettoia che copre il portone di ingresso. Come è finita lassù?».
M. Iz.
A. Mar.
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Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 12:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA