Il Cnel non muore e anzi i 65 componenti dell'ente da quasi tutti considerato inutile ma mai abolito avranno diritto all'indennità e ai rimborsi. La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla manovra, che sopprime le norme vigenti e ne mette in campo di nuove, per consentire ai componenti del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro - sopravvissuto dopo il no al referendum sulla riforma costituzionale - di avere di nuovo a disposizione risorse statali. Prima di tutto viene abolita la normativa vigente, contenuta nella legge di stabilità 2015, che vietata ai componenti del Cnel di effettuare spese a carico della finanza pubblica.
Le spese per i viaggi e i soggiorni del presidente e dei membri del Cnel potranno essere rimborsati, se «effettivamente sostenute e documentate», prevede l'emendamento. La misura non prevede nuovi oneri a carico della finanza pubblica ma viene finanziata con i fondi dello stesso Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.
Viene contestualmente cancellata la norma che vietava che «l'espletamento di ogni funzione connessa alla carica di
presidente o consigliere del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, nonché di qualsiasi attività istruttoria finalizzata alle deliberazioni del Consiglio» potesse «comportare oneri a carico della finanza pubblica ad alcun titolo».
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