Voto di scambio a Catania, sospeso il vicegovernatore. Due carabinieri indagati

Sammartino è indagato per corruzione. Il giudice per le indagini preliminari lo ha sospeso per un anno dai pubblici uffici

Giovedì 18 Aprile 2024 di Riccardo Lo Verso
Voto di scambio a Catania, sospeso il vicegovernatore. Due carabinieri indagati

L'inchiesta parte da un piccolo comune catanese e arriva fin dentro i palazzi del potere siciliano. Per la precisione nella stanza del vicepresidente della Regione e assessore all'Agricoltura Luca Sammartino, ras del voto e uomo forte della Lega nell'Isola. Sammartino è indagato per corruzione. Il giudice per le indagini preliminari lo ha sospeso per un anno dai pubblici uffici. La Procura di Catania avrebbe voluto mandarlo ai domiciliari, ma il gip ha optato per una misura cautelare meno afflittiva pur bollandolo come «personalità incline a commettere azioni delittuose».

Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo avrebbero svelato un patto fra alcuni amministratori del Comune di Tremestieri Etneo e personaggi vicini alla cosca mafiosa Santapaola Ercolano. Obiettivo (centrato): fare eleggere nel 2015 l'attuale sindaco Santi Rando, ex poliziotto, arrestato per scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata.

LA RICOSTRUZIONE

Le indagini fotografano il 2019, anno in cui Sammartino militava ancora nel Pd.

Allora si era speso per sostenere il candidato alle Europee Caterina Chinnici, la magistrata figlia del giudice assassinato da Cosa nostra nel 1983 totalmente estranea all’inchiesta. Il politico avrebbe fatto pressioni su burocrati regionali e funzionari dell’Asp affinché venisse ridotto il numero delle farmacie a Tremestieri. Iniziativa che serviva a convincere il consigliere comunale di opposizione Mario Ronsisvalle, a cambiare idea e appoggiare Chinnici alle Europee e Rando alle amministrative. La longa manus dei mafiosi all’interno amministrazione comunale sarebbe stato un altro consigliere, Alfio Cosentino, da sempre legato a Rando e che ora lo ha seguito in carcere.

A Sammartino viene contestata anche un’altra ipotesi di corruzione. Avrebbe sborsato 400 euro, tramite un intermediario, a un appuntato dei carabinieri in servizio alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Catania, affinché lo aiutasse a bonificare dalle microspie la sua segretaria politica. Sammartino, che è già sotto processo per un’altra vicenda di corruzione elettorale, avrebbe pure approfittato dei servigi di una talpa in Procura. Un altro sottufficiale dell’Arma, oggi pensione, gli avrebbe passato notizie riservate sulle indagini in corso entrando nella banca dati degli uffici giudiziari.

Agli atti dell’inchiesta ci sono le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Silvio Corra. La memoria del pentito va indietro fino al 2015. Sostiene che Sammartino ha incontrato esponenti di spicco del clan Santapaola. Dopo la sua scarcerazione, nel 2013, era diventato uomo di fiducia del reggente dell'epoca, Francesco “Colluccio” Santapaola e lo accompagnò ad un incontro con Santi Rando. C’era anche un’altra persona. Non ne conosceva il nome, ma lo riconobbe in foto. Era Sammartino. Alla riunione Corra non ha partecipato, ma avrebbe appreso poi da Vito Romeo, altro mafioso. Che avrebbero appoggiato il candidato sindaco che avrebbe portato a loro «lavoro e soldi». Che anche un incrocio che riguarda la vicenda del possibile scioglimento del comune di Bari. Sammartino è il nipote del prefetto che, insieme a due “colleghi”, è stato indicato nella commissione che si sta occupando della vicenda barese. Dal Viminale precisano: «Abbiamo piena fiducia nel prefetto».

IL PERSONAGGIO

Tre legislature all’Ars, una laurea in Odontoiatria, Sammartino alle ultime elezioni regionali ha raccolto oltre 21 mila voti candidandosi con la Lega. Una consacrazione dopo essere stato l’enfant prodige della politica siciliana. La sua stella nasce con l’Udc per poi approdare al Pd e fare il pieno di voti (32.492 voti) nel 2017. Presto cambia casacca e sceglie Italia viva, partito fondato nel frattempo da Matteo Renzi dopo l’addio al Nazareno. Poco prima della fine del quinquennio di legislatura l’approdo alla Lega e, nel 2022, la terza elezione di fila a Sala d’Ercole, la nomina a vice del presidente Renato Schifani e ad assessore all’Agricoltura. Le ultime interviste prima della tempesta le ha rilasciate al Vinitaly di Verona.

Ieri si è dimesso, al momento mantiene la carica di consigliere regionale. «Sono sereno e certo che emergerà la totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa e che con stupore leggo mi vengono contestati. Resto fiducioso, come sempre ho dichiarato – ha detto – e non cambierò mai idea, nei confronti del lavoro della magistratura. Continuerò a servire la mia comunità e il mio territorio svolgendo la mia attività politica e di parlamentare regionale».

Questo scenario accadrebbe qualora il giudice decidesse di non inviare l’ordinanza di custodia cautelare al commissario dello Stato per la Regione siciliana a cui, altrimenti, spetterebbe valutare se esistano o meno i presupposti per fare scattare le prescrizioni previste dalla legge Severino. Sammartino potrebbe anche essere sostituito temporaneamente col primo dei non eletti nella lista di Catania.

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