Trasporti, il bando dimentica i disabili

Giovedì 18 Gennaio 2018
Trasporti, il bando dimentica i disabili
LA QUESTIONE
PADOVA I più maliziosi sussurrano che potrebbe essere denominato il bando delle omissioni. Studiato proprio per mettere tutti d'accordo con l'obiettivo di mantenere lo statu quo, cioè la gestione ancora per un po' nelle mani di Busitalia, almeno fintanto che vanno avanti gli iter dei vari ricorsi. Come quello già presentato al Tribunale amministrativo regionale dalla società stessa, che contesta, tra le altre cose, il fatto che il dispositivo non contenga le richieste tecnico-organizzative per far funzionare il tram, praticamente mettendo sullo stesso piano un'azienda che da anni gestisce linee tramviarie con un'altra che magari è specializzata nel trasporto extraurbano e che quindi finora si è occupata soltanto di corriere, o di bus turistici.
Ma c'è un altro omissis con cui Palazzo Moroni nei prossimi giorni si troverà a dover fare i conti e cioè che nel bando in questione non si fa alcun riferimento al trasporto dei disabili, che significa 85 mila chilometri l'anno per servizi ad hoc, legati appunto ai trasferimenti dei portatori di handicap. Un onere di oltre 180 mila euro, quindi, che a breve potrebbe ricadere sulla casse del Municipio, mentre oggi ad occuparsene, come conferma il vice sindaco Arturo Lorenzoni è proprio Busitalia, con i soldi per i servizi minimi erogati dalla Regione.
LA NORMATIVA
A gettare acqua sul fuoco è Enoch Soranzo, presidente della Provincia che, assieme appunto a Regione e Comune, costituisce l'Ente di bacino del trasporto pubblico padovano. «Il bando - spiega - prende le mosse dalla legge regionale numero 25 che non prevede che vi siano servizi di trasferimento su chiamata riservati ai disabili, di cui si devono occupare direttamente i Comuni stessi. Invece, sempre in base a questa normativa, è previsto che tutti i mezzi destinati appunto al trasporto pubblico siano dotati di almeno una di queste tre caratteristiche: le pedane sui veicoli che si alzano e si abbassano per facilitare l'accesso ai portatori di handicap. Oppure, in caso non sia possibile questo tipo di dotazione, far sì che alle fermate siano allestiti i dispositivi rialzati che mettano in grado le carrozzine di salire a bordo senza difficoltà. O, ancora, e questa è la terza eventualità che viene considerata in assenza delle altre due, è necessario che sempre alle fermate ci sia un operatore con il compito specifico di dare un aiuto a chi ha problemi a montare sul bus».
«Ed è proprio la legge 25 - dice ancora il numero uno di Palazzo Santo Stefano - a finanziare, con risorse riservate provenienti dalo Stato, il trasporto pubblico. E noi nel bando abbiamo voluto che queste tre eventualità siano assicurate non solo sul territorio del capoluogo, ma anche in tutti quelli dei Comuni che fanno parte del Bacino. La Regione, che riceve i fondi dal governo, provvede a ripartirli fra i vari enti, i quali a loro volta stabiliscono quanto riconoscere a seconda dei chilometri percorsi dal tram, oppure dalle corriere».
L'IPOTESI
Da trent'anni l'azienda ha sempre svolto questo servizio di trasferimento ad hoc dei portatori di handicap che adesso potrebbe finire a carico del Comune. Ma è possibile, però, che in prospettiva, la gara stessa diventi oggetto di una trattativa, o di una negoziazione con il soggetto che si aggiudicherà l'appalto per la gestione, e che quindi potrebbe accollarsi l'esborso dei 180 mila euro, nell'ambito delle risorse che avrà a disposizione e che restano invariate.
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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