Caso Regeni, blocco dei ricambi per i caccia l'Egitto attacca: «Decisione incoerente»

Venerdì 1 Luglio 2016
Caso Regeni, blocco dei ricambi per i caccia l'Egitto attacca: «Decisione incoerente»
IL CAIRO - L'Egitto ha espresso «insoddisfazione» per la decisione presa dal Senato italiano che ha bloccato la fornitura di pezzi di ricambio degli F16, per la mancata cooperazione nell'inchiesta sull'omicidio di Giulio Regeni. In una nota il ministero degli Esteri del Cairo ha preso posizione contro la prima mossa parlamentare dell'Italia sottolineando che «non è in sintonia con il livello di cooperazione tra le autorità dei due Paesi che indagano sulla morte» del ricercatore italiano, «né con la relazione speciale fra l'Italia e l'Egitto».
Un boccone amaro per Sisi. «L'ambasciatore d'Egitto a Roma è stato incaricato a dare un messaggio importante all'Italia», fanno sapere dal Cairo, aggiungendo che nella capitale egiziana si seguono da vicino gli sviluppi della vicenda e che si ha a cuore «la stabilità delle relazioni nell'interesse dei due Paesi». «L'Egitto non protesti, ma cominci finalmente a fare qualcosa per avere verità e giustizia per Giulio», ha commentato Nicola Fratoianni dell'esecutivo nazionale di Sinistra Italiana. Per Nicola Latorre (Pd), presidente della commissione Difesa al Senato, l'emendamento Regeni «non è un atto di ostilità verso l'Egitto», ma un «segnale» politico per «sollecitare una più proficua collaborazione tra le rispettive autorità giudiziarie». Di altro parere Maurizio Gasparri (Fi), che ha parlato di «scelta irresponsabile di Renzi», perché «quegli F16 volano agli ordini di chi combatte il terrorismo fondamentalista e difende la sicurezza di tutti noi». Dopo il richiamo dell'ambasciatore al Cairo Maurizio Massari (il suo successore, Giampaolo Cantini, è ancora a Roma), la decisione presa mercoledì da Palazzo Madama, in un clima di accese polemiche soprattutto da parte dei gruppi di centrodestra, segna una nuova tappa del braccio di ferro fra i due Paesi e rappresenta un altro forte segnale dell'Italia all'Egitto a quasi cinque mesi dalla morte del ricercatore friulano. Solo qualche giorno fa Amnesty International aveva affermato che «l'Italia è uno dei Paesi dell'Unione Europea che ha fornito armi all'Egitto di al Sisi, sia dopo la sua presa del potere nel luglio 2013, che negli anni a venire».

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