VICENZA - Il ministro Guido Crosetto, un metro e 96 di alpinità fin sul cappello che orgogliosamente indossa mentre sfila con la sezione di Cuneo, non ce la fa proprio a sentir nominare la mini-naja auspicata dall'Ana: «Altro che mini, servono soldati maxi, visti i tempi... Comunque oggi facciamo festa, ne parleremo un'altra volta». Invece no, poco dopo il titolare della Difesa è costretto ad affrontare in mezzo all'Adunata di Vicenza il tema che segna il tentativo della Lega di sorpassare a destra Fratelli d'Italia, almeno a sentire il convinto annuncio del suo collega Matteo Salvini: «Abbiamo quasi concluso la stesura di un progetto di legge per reintrodurre una forma di servizio militare e servizio civile per ragazze e ragazzi a livello regionale».
LA PROPOSTA
Su questa stessa tribuna autorità, allestita a Udine un anno fa, da presidente del Senato era stato Ignazio La Russa a rivendicare la presentazione da ministro della Difesa del disegno di legge sulla mini-naja (mini-mini: la sua ipotesi era di 40 giorni).
LA PROFESSIONALITÀ
Il leghista sarà anche il vicepremier, ma la materia militare compete a Crosetto, che ne reclama tutta la responsabilità: «Più si vivono tempi difficili, più le forze armate hanno bisogno di professionalità. Non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che dovrebbe essere fatta dalla famiglia e dalla scuola: le forze armate servono a formare professionisti, che difendono le istituzioni e la pace. Il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate. Semmai sarebbe la leva universale, ma non è in discussione in questo momento».
L'EQUILIBRIO
La posizione rischia di spiazzare gli stessi meloniani, che provano a leggerla come una reazione di Crosetto all'invasione di campo da parte di Salvini, più che come una stroncatura della questione in sé. Sebastiano Favero, numero uno dell'Ana, cerca di mediare: «Questo progetto va calibrato bene. Noi siamo per il ritorno di un servizio obbligatorio, a scelta militare o civile: tre mesi di inquadramento e altri tre per una delle due opzioni. Il problema della professionalità è vero, ci vuole una componente professionistica. Però logistica e supporto possono essere tranquillamente fatti anche da ragazzi che non abbiano la capacità operativa dell'uso dell'arma». Forse nel tentativo di ricomporre la frattura fra i due ministri, l'associazione precisa di auspicare «un ritorno non al vecchio sistema, ma ad un servizio obbligatorio per tutti i giovani di formazione al servizio della nazione». Luca Zaia, presidente della Regione, sta con gli Alpini: «Nonostante io sia un obiettore di coscienza, sono assolutamente convinto che si debba lavorare in questa direzione. Questo è un Governo che si è speso tanto, nella fase pre-elettorale, per l'idea della mini-naja magari in forma volontaria. Spero che sia uno dei presupposti per farla».