Presunte tangenti per la Rsa a Santa Maria di Sala, l'ex sindaco Fragomeni chiede il patteggiamento a 4 anni

Martedì 26 Marzo 2024 di Gianluca Amadori
Presunte tangenti per la Rsa a Santa Maria di Sala, l'ex sindaco Fragomeni chiede il patteggiamento a 4 anni

SANTA MARIA DI SALA - Si avvia verso le battute finali l'udienza preliminare relativa alle presunte tangenti per la costruzione della casa di riposo di Santa Maria di Sala.
La giudice Daniela Defazio ha fissato per il prossimo 20 maggio l'udienza nel corso della quale dovrebbero essere definiti i patteggiamenti che quattro imputati hanno concordato con la sostituto procuratore Federica Baccaglini: si tratta dell'ex sindaco Nicola Fragomeni, la persona alla quale è contestato il maggior numero di episodi, che con l'avvocato Renzo Fogliata ha formalizzato ieri l'applicazione di una pena di quattro anni di reclusione; l'altro ex sindaco e consigliere comunale salese, Ugo Zamengo (avvocato Luigino Martellato) il quale ha chiesto di patteggiare 2 anni e 8 mesi; il geometra Carlo Pajaro, già capo dell'Ufficio tecnico comunale, difeso dall'avvocato Leopoldo Giori, che si è accordato per una pena di due anni.

Pena più contenuta per Sabina Giacomin, moglie di Fragomeni, con l'avvocata Francesca Montagna, coinvolta in un solo episodio in concorso con il marito.

LA CASSAZIONE

Gli altri otto imputati non hanno ancora sciolto la riserva in merito alla scelta processuale per la quale intendono optare: con molte probabilità gran parte di loro sceglieranno di essere giudicati con rito abbreviato, ma tutti aspettano che la Cassazione di pronunci sul ricorso presentato dal difensore dell'architetto Marcello Pajaro, l'avvocato Graziano Stocco, che ha chiesto siano dichiarate inutilizzabili una serie di acquisizioni probatorie della pubblica accusa. La Suprema Corte si dovrebbe pronunciare tra un paio di settimane: di conseguenza la gup Defazio ha fissato per loro l'udienza qualche giorno più tardi, il 15 aprile.
Fragomeni, Zamengo, Pajaro e Carraro sono accusati, oltre che di singoli episodi, anche di aver costituito una vera e propria associazione a delinquere, finalizzata a «commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione». Le altre imputazioni vanno, a vario titolo, dalla concussione all'induzione indebita a dare o promettere utilità, dal peculato alla rivelazione dei segreti d'ufficio e all'abuso d'ufficio (reato che è in corso di abrogazione su iniziativa della maggioranza di governo).

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