Il parroco li caccia, banda di ragazzini si vendica facendo pipì sulla canonica

Mercoledì 6 Dicembre 2023 di Fulvio Fenzo
L'immagine presa dalle telecamere di sicurezza del "fattaccio" della canonica di viale San Marco a Mestre

MESTRE -  Li aveva visti, come altre volte, riparati sotto la tettoia a lato dell’ingresso della canonica, tra una sigaretta (e qualcosa di più) e qualche bestemmia, forse per sentirsi più “grandi e forti”.

E, come altre volte, era andato a parlargli, perché questa è la sua missione. Ma lunedì sera, dopo questo ennesimo tentativo, questi ragazzini sono andati oltre, arrivando ad orinare quasi sulla porta dell’abitazione di don Natalino Bonazza, parroco di San Giuseppe che proprio la scorsa settimana aveva festeggiato i dieci anni dal suo ingresso nella chiesa di viale San Marco. «Sono senza parole. Senza parole - commenta il sacerdote -. Quando sono uscito per riprenderli non hanno minimamente risposto. Mi pareva di parlare col muro... In questa città si parla di sbandati, di “tossici”, ma in realtà dovremmo prenderci cura di questi ragazzini che sono i nostri figli. Ma in giro vedo solo indifferenza: tanti adulti passano, li vedono ma non dicono niente».


GIOVANISSIMI
Sì, ragazzini. Quelli con cui don Natalino si trova costantemente a fare i conti hanno fra i 13 e i 16 anni. La stessa fascia d’età della baby gang segnalata a Carpenedo, in viale don Sturzo, oppure al parco del Piraghetto o, ancora, i gruppetti che lanciano petardi in piazza Ferretto. Giovanissimi e, nel caso di viale San Marco, tutti italiani e vestiti con abiti griffati. Don Natalino nel marzo scorso aveva fatto i conti con un lancio di uova contro la canonica, seguito dalla manomissione delle telecamere del sistema di videosorveglianza della parrocchia e, in luglio, perfino con un lancio di sassi. «Lo ammetto, sono spiazzato... Non mi è mai capitato in passato di prendermela per queste cose - riprende il parroco di San Giuseppe -. Sono perfino arrivato a chiudere il patronato come misura estrema perchè era ingovernabile, ma si trattava di azioni mirate ad ottenere una reazione». E invece? «Invece questi stanno insieme ma ognuno è solo con i suoi giochetti sui telefonini. Si vede che provengono da famiglie che guadagnano bene, dove girano soldi, e non sono del posto perché questi si muovono per la città e si rintanano dove trovano un posto per intrufolarsi, come la tettoia nella nostra canonica. Di mio non farò indagini per sapere dove abitano, perché non sono il Charles Bronson-Giustiziere della notte. E, comunque, perché non cambierebbe niente. Questi ragazzini girano ovunque e non hanno più senso di appartenenza».


RIPRESI
Le telecamere della videosorveglianza hanno ripreso tutto, compresi gli audio delle uniche cose (bestemmie e altre volgarità) dette da questi adolescenti quando si trovano in gruppo. «Ed hanno ripreso anche quel ragazzino che orina vicino alla porta, quando lì attorno ci sono alberi o posti un po’ più appartati - prosegue don Bonazza -. Prima ero già uscito un paio di volte per cercare di parlare con loro, dicendogli anche che “non posso fare il carabiniere, perché non è il mio mestiere”, per convincerli a rientrare nelle loro case perché erano passate le 20. Poi, quando ho visto che uno di loro aveva passato il segno, sono tornato fuori per dirgli solo questo: “vi è stata data fiducia e non ve la meritate”». La reazione? «Silenzio. Solo silenzio. Incollati ai telefonini e con quell’odore di fumo».

Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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