MIRANO - Prima ancora che si prendesse in considerazione la possibilità di decidere il destino giudiziario di Elisa Barbara Stella - padovana ma residente a Mirano, già direttrice e insegnante dell'asilo Hoplà Iuhu e accusata di aver «maltrattato» i bambini della sua classe - la difesa della maestra d'asilo ha giocato la propria mossa.
LA PROSPETTIVA
Nelle sei memorie di ieri, che fanno salire a quattordici i verbali di indagini difensive prodotti, c'è una ricostruzione diametralmente opposta a quella della procura di Trento. A detta della difesa alcuni episodi sarebbero stati stravolti in maniera involontaria dai dei genitori. Su tutti il caso - riportato nel capo d'imputazione - di un bambino messo a dormire sotto il tavolo: è la madre a raccontare che lui non voleva la stanza della nanna e che in quel periodo si addormentava dove preferiva. Per la difesa sono episodi che, se decontestualizzati, mostrano una realtà che non è. Così come il time out (una «punizione per i bimbi disobbedienti che venivano seduti sopra un banco in attesa del ravvedimento e delle scuse per quanto fatto», scrive il pm) era deciso di concerto con alcuni genitori.
L'ACCUSA
«Si tratta di verbali che non scalfiscono assolutamente il quadro accusatorio - replica l'avvocato Graziano Stocco, legale di parte civile - La denuncia nasce da due maestre che non condividevano quei metodi e poi è stata ribadita da altri cinque che in alcuni casi non si conoscevano e l'hanno fatta in momenti distinti». Strattonamenti e prese per il collo. Urla, punizioni e il mandato di dare poco da bere per evitare continui cambi di pannolino. Poi l'invito alle colleghe insegnanti di comportarsi allo stesso modo. E per i genitori che le chiedevano conto di quanto raccontato dai bambini, aveva «una versione preconfezionata delle risposte». Per il sostituto procuratore di Trento, Marco Gallina, la direttrice Stella è responsabile di «una pluralità di condotte di violenza morale e talvolta anche fisica» nei confronti «dei propri alunni e in particolare della classe dei bimbi inferiore ai tre anni». Si torna in aula ad aprile, per discutere la richiesta di rinvio a giudizio.