Il vaporetto abbandonato «Relitto storico? No, rifiuto». Un battello degli anni 30 giace a Mira nell'incuria. Polemica sulla bonifica

Sabato 6 Gennaio 2024 di Angela Pederiva
Il vaporetto abbandonato «Relitto storico? No, rifiuto». Un battello degli anni 30 giace a Mira nell'incuria. Polemica sulla bonifica

VENEZIA - Bei tempi quelli del "Regina Margherita", il primo battello a vapore in servizio a Venezia dal 1881, come narrano i fasti del Canal Grande.

Un vaporetto risalente agli anni 30 del secolo scorso, dunque novecentesco ma comunque emblema «della storia della navigazione veneziana e veneta» per citare gli atti della contesa giudiziaria, giace abbandonato da una dozzina di inverni sul Naviglio del Brenta a Malcontenta, in una condizione a dir poco «precaria» secondo il Tar del Veneto: «Si presenta in stato fatiscente, senza serramenti e privo di elementi interni, con la lamiera esterna ammaccata ed ammalorata e con evidenti segni di arrugginimento in più parti dello scafo e anche internamente, sia a prua che a poppa». Un relitto ridotto a discarica di masserizie e rifugio di sbandati, tanto che fra il 2021 e il 2023 il Comune di Mira ha emanato inutilmente diverse ordinanze per imporre la rimozione del natante e lo smaltimento dei rifiuti ai presunti responsabili dell'incuria, i quali però hanno sempre respinto le contestazioni e hanno appena vinto il ricorso, per cui almeno per ora il glorioso VE 451 dismesso dall'Acnil (poi diventata Actv) resterà sotto sequestro in tutto il suo desolante degrado.

I VERBALI

Leggere per credere i verbali della polizia locale, a proposito di questa vecchia «imbarcazione con motore non funzionante e priva di allacciamento elettrico/acqua/gas», ormeggiata dal 2011 in prossimità della chiusa di Moranzani, dove nel tempo sono stati accatastati «vari cumuli di ramaglie, materiale plastico, n. 01 bomboletta di Wd40 (un lubrificante, ndr.), n. 10 sacchi neri contenenti rifiuti indifferenziati, n. 01 sedile presumibilmente di autovettura, n. 01 pneumatico da velocipede», in gran parte fatti rimuovere dal municipio, dopo aver però concesso per alcuni anni la residenza a una famiglia. «Adesso il luogo non è più frequentato da sbandati, ma sono rimaste le siringhe», riferisce il sindaco Marco Dori, i cui uffici hanno provato a mandare il conto dell'asporto (a cui hanno infine provveduto «in via sostitutiva»), a 7 soggetti tra persone fisiche e operatori economici, ritenendoli a vario titolo responsabili della situazione: chi era il proprietario del natante, chi lo trainò «su indicazione del suocero», chi deteneva «la concessione dello specchio acqueo» all'epoca, chi l'ha acquisita in seguito... L'ultima società, dopo aver vanamente segnalato alla Regione «la situazione di abbandono senza ottenere fattivi riscontri», ha presentato una denuncia ai carabinieri, da cui è scaturito «il sequestro probatorio dell'unità navale, comprensiva al suo interno di una serie di rifiuti asseritamente costituenti corpo del reato».

LA COMPETENZA

Ma di chi è la competenza sulla bonifica? Alcuni dei soggetti intimati hanno impugnato i provvedimenti, contestando anche la qualificazione giuridica del vaporetto, che «pur dismesso nel suo uso di trasporto di persone, non rientrerebbe nell'elenco europeo dei rifiuti allegato al Codice dell'Ambiente, rivestendo per giunta un interesse storico-culturale costituendo un elemento testimoniale del trasporto pubblico locale passato». Questa tesi è stata respinta dal Tribunale amministrativo regionale, secondo cui «non risulta che il bene sia stato sottoposto, da parte dei competenti organi ministeriali, ad alcuna procedura (anzitutto) di verifica dell'interesse culturale», né può rilevare «il semplice interessamento di un privato», cioè di chi ha proposto di restaurare il battello per trasformarlo in biblioteca o per trasferirlo al Museo del Mare. Tuttavia i giudici hanno annullato le ordinanze comunali, sottolineando che l'ente locale avrebbe dovuto «procedere ad un corretto accertamento dell'elemento psicologico della condotta omissiva» addebitata ai presunti responsabili, considerando pure il fatto che aver concesso la residenza a persone in quel tugurio «impediva o quantomeno rendeva assai più complesso» la rimozione di un'imbarcazione ormai quasi centenaria.

Ultimo aggiornamento: 13:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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