MESTRE - L'intelligenza artificiale entra di prepotenza nel mondo della medicina e prepara la più grande rivoluzione nella sanità, inventando il medico personale digitale. Si chiama "medical chat gpt" la nuova frontiera della diagnostica e della cura del paziente e non è nient'altro che una applicazione della nota "chat gpt" che gli studenti conoscono benissimo visto che consente loro di eseguire ricerche, scrivere temi e preparare interrogazioni senza dover mettere mano ai libri.
Medico personale digitale
Ora l'intelligenza artificiale punta a fare diagnosi e ad indicare cure, ad evitare che l'uso di più farmaci possa mettere in crisi la cura e soprattutto seguirà passo passo 24 ore su 24 il paziente.
E che questo domani sia già oggi lo ha detto chiaramente Giorgio Arcara, vicedirettore scientifico dell'Irccs San Camillo all'Aperitivo scientifico organizzato al Lido dalla Fondazione Villa Salus e San Camillo. Una volta all'anno, infatti, con il pretesto di uno spritz in compagnia, al San Camillo istituto di ricerca conosciuto in tutto il mondo, Lido a parte - una cinquantina di giovani ricercatori, italiani e stranieri, si trovano a discutere liberamente delle nuove frontiere della ricerca in medicina. E all'appuntamento di quest'anno si è discusso proprio della medicina digitale.
«La telemedicina ad esempio, ovvero il controllo a distanza grazie ad una telecamera del paziente che resta a casa sua, è molto utile soprattutto nella cura del paziente anziano perchè permette di superare moltissime barriere, permette al medico di arrivare direttamente a casa del paziente per gestire sia le criticità cliniche ma anche quelle della gestione di un paziente anziano a domicilio», ha spiegato Ilaria Parrotta, geriatra medico e ricercatore Irccs San Camillo. Dante Mantini, professore universitario in Belgio, ex direttore scientifico del San Camillo dal 2018 al 2021 ha spiegato che «nell'ambito della Medicina digitale ci sono diverse nuove frontiere in via di sviluppo, come i dispositivi indossabili che permettono diu monitorare i progressi del paziente.
E il prof. Pierfranco Conte ha concluso gli interventi spiegando che l'intelligenza artificiale e la medicina digitale sono grandi opportunità in campo medico, ma devono essere usate in modo appropriato. E il modo più appropriato di utilizzarle è con una maggiore consapevolezza della classe medica che l'evidenza non si può più basare sugli studi clinici, dal momento che molti di essi hanno come finalità principale delle finalità commerciali, ma deve basarsi anche sull'esperienza clinica quotidiana di ogni singolo medico. Perchè non c'è nulla di più prezioso di quanto si impara dalla storia clinica di ogni singolo paziente. Questi dati devono essere resi fruibili e contribuire a produrre evidenza scientifica».