MESTRE - Ogni giorno l’A4 Milano-Venezia è percorsa dal doppio dei camion registrati sulla tratta Torino-Milano. E, come spiega la Cgia di Mestre, «anche i flussi di traffico dei Tir ci confermano quello che le statistiche economiche segnalano da tempo; Milano continua a essere la capitale economica e finanziaria del Paese, ma da qualche decennio il triangolo industriale del Paese è ruotato di 180 gradi. Il baricentro del sistema produttivo si è spostato a est. Se il capoluogo regionale lombardo nel corso degli ultimi decenni ha rafforzato la sua centralità, gli altri due vertici non sono più Torino e Genova, ma Bologna e Venezia».
IL SORPASSO
Per numero di imprese, di lavoratori, di fatturato e di Pil non ci sono confronti; anche gli “spostamenti” delle merci su gomma confermano il “sorpasso”. Il vecchio triangolo più produttivo del Paese che poggiava sul Nordovest è stato “scalzato” dal nuovo che, adesso, parte da Milano e racchiude tutto il Nordest. Insomma, il baricentro del sistema produttivo italiano si è spostato a est, «dove abbiamo un modello economico più avanzato in cui la manifattura, il terziario e la logistica tendono ad integrarsi e diventare un tutt’uno».
Sulla Brescia-Padova corre il triplo dei Tir che mediamente solca l’intera rete autostradale. E può capitare, come ieri, che con la chiusura del Passante (per un intervento programmato di manutenzione) vada in tilt la tangenziale di Mestre, con il traffico paralizzato con scene simili a quelle di 15 anni fa, prima che venisse inaugurato il tratto autostradale tra Dolo e Quarto d’Altino. Perché il traffico a Nordest corre sempre di più, aspettando l’agognata terza corsia tra Venezia e Trieste.
LO STUDIO
Il risultato che emerge dall’elaborazione messa a punto dall’Ufficio studi della Cgia su dati dell’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori (Aiscat) è inequivocabile: se lungo l’autostrada A4 Brescia-Padova nel primo semestre 2023 sono transitati 28.618 veicoli pesanti teorici medi al giorno, sulla Milano-Brescia ne abbiamo “contati” 25.920, mentre sulla Torino-Milano “solo” 13.636: praticamente la metà delle due cifre appena citate. Senza tener conto che anche sull’A1 Milano-Bologna i Tir toccano quota 23.431 transiti al giorno, contro i “modestissimi” 10.209 dell’A7 Milano-Serravalle e i 7.319 dell’A7 Genova-Serravalle. Tratti autostradali, questi ultimi due, che collegano il capoluogo meneghino a Genova. Sull’intero sistema autostradale presente nel Paese, il dato medio giornaliero è di 9.838 veicoli teorici, un flusso tre volte inferiore al dato medio della tratta più trafficata d’Italia, ovvero l’A4 Brescia-Padova. Ovviamente c’è anche il rovescio della medaglia: con tanti Tir per strada molte infrastrutture viarie lombarde e nordestine sono “soffocate” dal traffico, dall’inquinamento e presentano una soglia di rischio incidenti stradali molto elevata.
PRIMA DEL VIRUS
Rispetto all’anno pre-pandemico (2019), la percorrenza dei mezzi pesanti ha subito in quasi tutte le principali tratte autostradali aumenti importanti, soprattutto nel Nordovest. La ripresa economica registrata dopo la crisi sanitaria causata dalla pandemia ha spinto all’insù i volumi economici e, conseguentemente, la quantità delle merci trasportate con gli autoarticolati. Al Nord, ad esempio, spicca il +13,2 per cento dei mezzi pesanti lungo l’A6 Torino-Savona, il +9,3 per cento nell’A10 Ventimiglia-Savona, il +7,1 per cento nell’A4 Torino-Milano, il +5,5 per cento nell’A4 Venezia-Trieste e il +4,2 per cento sia nell’A4 Brescia-Padova che nell’A22 Verona-Brennero. Nel Centro, invece, la tratta più percorsa dai Tir riguarda l’A1 Bologna-Firenze con un numero medio giornaliero di mezzi pesanti pari a 18.510 (+0,3 per cento rispetto al 2019).
L’ECONOMIA RISALE
E il traffico è pure un indicatore economico.