Il Pil corre a Nordest: il traffico di Tir doppia quello del Nordovest. Record sulla Brescia-Padova: oltre 28mila veicoli pesanti al giorno

Domenica 12 Maggio 2024 di Redazione
Il Pil corre a Nordest: il traffico di Tir doppia quello del Nordovest. Record sulla Brescia-Padova: oltre 28mila veicoli pesanti al giorno

MESTRE - Ogni giorno l’A4 Milano-Venezia è percorsa dal doppio dei camion registrati sulla tratta Torino-Milano. E, come spiega la Cgia di Mestre, «anche i flussi di traffico dei Tir ci confermano quello che le statistiche economiche segnalano da tempo; Milano continua a essere la capitale economica e finanziaria del Paese, ma da qualche decennio il triangolo industriale del Paese è ruotato di 180 gradi. Il baricentro del sistema produttivo si è spostato a est. Se il capoluogo regionale lombardo nel corso degli ultimi decenni ha rafforzato la sua centralità, gli altri due vertici non sono più Torino e Genova, ma Bologna e Venezia». 

IL SORPASSO

Per numero di imprese, di lavoratori, di fatturato e di Pil non ci sono confronti; anche gli “spostamenti” delle merci su gomma confermano il “sorpasso”. Il vecchio triangolo più produttivo del Paese che poggiava sul Nordovest è stato “scalzato” dal nuovo che, adesso, parte da Milano e racchiude tutto il Nordest. Insomma, il baricentro del sistema produttivo italiano si è spostato a est, «dove abbiamo un modello economico più avanzato in cui la manifattura, il terziario e la logistica tendono ad integrarsi e diventare un tutt’uno».
Sulla Brescia-Padova corre il triplo dei Tir che mediamente solca l’intera rete autostradale. E può capitare, come ieri, che con la chiusura del Passante (per un intervento programmato di manutenzione) vada in tilt la tangenziale di Mestre, con il traffico paralizzato con scene simili a quelle di 15 anni fa, prima che venisse inaugurato il tratto autostradale tra Dolo e Quarto d’Altino. Perché il traffico a Nordest corre sempre di più, aspettando l’agognata terza corsia tra Venezia e Trieste. 

LO STUDIO

Il risultato che emerge dall’elaborazione messa a punto dall’Ufficio studi della Cgia su dati dell’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori (Aiscat) è inequivocabile: se lungo l’autostrada A4 Brescia-Padova nel primo semestre 2023 sono transitati 28.618 veicoli pesanti teorici medi al giorno, sulla Milano-Brescia ne abbiamo “contati” 25.920, mentre sulla Torino-Milano “solo” 13.636: praticamente la metà delle due cifre appena citate. Senza tener conto che anche sull’A1 Milano-Bologna i Tir toccano quota 23.431 transiti al giorno, contro i “modestissimi” 10.209 dell’A7 Milano-Serravalle e i 7.319 dell’A7 Genova-Serravalle. Tratti autostradali, questi ultimi due, che collegano il capoluogo meneghino a Genova. Sull’intero sistema autostradale presente nel Paese, il dato medio giornaliero è di 9.838 veicoli teorici, un flusso tre volte inferiore al dato medio della tratta più trafficata d’Italia, ovvero l’A4 Brescia-Padova. Ovviamente c’è anche il rovescio della medaglia: con tanti Tir per strada molte infrastrutture viarie lombarde e nordestine sono “soffocate” dal traffico, dall’inquinamento e presentano una soglia di rischio incidenti stradali molto elevata. 

PRIMA DEL VIRUS

Rispetto all’anno pre-pandemico (2019), la percorrenza dei mezzi pesanti ha subito in quasi tutte le principali tratte autostradali aumenti importanti, soprattutto nel Nordovest. La ripresa economica registrata dopo la crisi sanitaria causata dalla pandemia ha spinto all’insù i volumi economici e, conseguentemente, la quantità delle merci trasportate con gli autoarticolati. Al Nord, ad esempio, spicca il +13,2 per cento dei mezzi pesanti lungo l’A6 Torino-Savona, il +9,3 per cento nell’A10 Ventimiglia-Savona, il +7,1 per cento nell’A4 Torino-Milano, il +5,5 per cento nell’A4 Venezia-Trieste e il +4,2 per cento sia nell’A4 Brescia-Padova che nell’A22 Verona-Brennero. Nel Centro, invece, la tratta più percorsa dai Tir riguarda l’A1 Bologna-Firenze con un numero medio giornaliero di mezzi pesanti pari a 18.510 (+0,3 per cento rispetto al 2019). 

L’ECONOMIA RISALE

E il traffico è pure un indicatore economico.

La crescita del Pil nel 2024 dovrebbe essere trainata dalla Lombardia (+0,95 per cento), dall’Emilia Romagna (+0,86 per cento), dalla Valle d’Aosta (+0,81 per cento) e dal Veneto (+0,80 per cento). Ancorchè le distanze tra le singole regioni siano risicatissime, emerge ancora una volta che le previsioni di crescita dovrebbero premiare la Lombardia e il Nordest. Rispetto al 2019, tutte le regioni (ad esclusione di Umbria e Abruzzo) hanno recuperato abbondantemente gli effetti negativi provocati dalla caduta del Pil. In particolare in Lombardia (+6,65 punti di Pil), in Puglia (+6,18), in Emilia Romagna (+5,62), in Trentino Alto Adige (+4,98), in Friuli Venezia Giulia (+4,77) e in Veneto (+4,60). Anche per quanto riguarda le previsioni di crescita su base provinciale Milano si conferma capitale economica (con una stima del +1,14 per cento); seguono Pavia (+1,01), Vicenza (+0,98), Bologna (+0,95) e Modena (+0,92). Nelle prime 10 posizioni, 8 sono ad appannaggio di province della Lombardia e del Nordest. Anomalo in questo senso il dato di Venezia, ancora sotto il Pil dell’anno prima del virus, ma che per il 2024 prevede comunque una crescita dello 0,35 per cento. Delle 107 realtà territoriali monitorate, nel 2024 solo 9 dovrebbero registrare una variazione negativa del valore aggiunto, tutte nel Mezzogiorno, con Vibo Valentia maglia nera d’Italia (-0,23 per cento). 

Ultimo aggiornamento: 17:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci