Ex fidanzati scomparsi, l'ultimo avvistamento dell'auto guidata da Filippo a San Candido in Alto Adige. Le ricerche si spostano in Austria

Giovedì 16 Novembre 2023 di Davide Tamiello
VIGONOVO Giulia Cecchettin e Filippo Turetta e le prime immagini della Punto

VENEZIA - L’auto di Filippo Turetta potrebbe aver superato i confini per proseguire la sua fuga all’estero. La Fiat Punto nera svanita nel nulla da sabato sarebbe stata avvistata l’ultima volta ieri mattina alle 9.30 a San Candido, in Alto Adige, in direzione Austria. Non vi è certezza, è bene precisarlo, che l’auto al momento più ricercata del Paese abbia effettivamente lasciato l’Italia, ma comunque le autorità hanno diramato l’alert anche alle forze di polizia estere e, in particolare, a quelle austriache. È l’unica notizia, al momento, sulla vicenda dei due ex fidanzati scomparsi: Giulia Cecchettin, 22enne di Vigonovo (Ve), e l’ex fidanzato Filippo Turetta, anche lui 22 anni, di Torreglia (Pd).

In questi giorni, nelle varie stazioni dei carabinieri del Triveneto, di segnalazioni ne sono arrivate a decine. Alcune sono state verificate e accertate (sicure quelle arrivate dal passaggio attraverso i portali che permettono la lettura della targa) altre si sono rivelate infondate. I passaggi finora confermati parlano di un tragitto di quattro giorni attraverso tre regioni fino, forse, ad arrivare al confine con l’Austria.


LE TAPPE
Le tappe dell’auto sono queste: sabato pomeriggio Filippo va a prendere Giulia a casa alle 18, destinazione il centro commerciale “Nave de Vero” di Marghera, per comprare insieme le scarpe per la laurea. Alle 20 vengono ripresi dalle telecamere del McDonald’s mentre stanno cenando, alle 22.43 Giulia manda l’ultimo messaggio alla sorella Elena. Poi il vuoto: i cellulari muti e l’ultima cella telefonica agganciata, nell’area di Fossò, alle 23. Alle 23.15 un vicino vede i due litigare in un parcheggio di Vigonovo, a due passi dalla casa dei Cecchettin. Alle 23.30 la Punto viene immortalata da una telecamera di videosorveglianza nella zona industriale di Fossò, in via I. Strada. L’auto viene poi immortalata dai portali nel Trevigiano, a Maserada sul Piave e a Vazzola. La stessa notte, l’auto passa per il Friuli, come confermato ieri dai carabinieri del nucleo operativo di Pordenone: «C’è stato un unico rilevamento di targa -dicono i militari in una nota - in provincia di Pordenone, nella zona di Caneva, in orario notturno, pochissime ore dopo la scomparsa». L’altro portale che conferma il passaggio della Punto è quello di Ospitale, nel Bellunese, domenica mattina alle 9.07. A 72 ore di distanza la segnalazione di San Candido che aprirebbe all’ipotesi espatrio e che confermerebbe, comunque, che la Punto sarebbe ancora in movimento. 


INTERROGATIVI
La domanda più ovvia a questo punto è una sola: ma come è possibile? Qualcuno sta forse coprendo la fuga, con prestiti di denaro e supporti logistici? Perché per quattro giorni chiunque si trovi in quell’auto sembra non aver mai fatto benzina, sembra non aver mangiato se non pagando in contanti e sembra, soprattutto, aver dormito in auto senza mai essere visto o intercettato da una qualche pattuglia. Per un percorso totale di almeno 500 chilometri. È chiaro, comunque, che si tratta di una questione di giorni, forse di ore: questa folle corsa senza meta non potrà proseguire all’infinito, soprattutto a queste condizioni. 


LE RICERCHE
Nel frattempo, ieri, sono proseguite le ricerche su tutti i fronti. In Riviera del Brenta, in particolare, i carabinieri e i vigili del fuoco sono tornati in forze a perlustrare l’area industriale di Fossò, e gli argini e il letto del Brenta. Il motivo sono sempre quelle chiazze di sangue rinvenute in via V. Strada a Fossò lunedì alle 7 del mattino. I campioni prelevati sono in laboratorio per le analisi e per il confronto del Dna per capire se siano compatibili con quello di Giulia o Filippo. Inoltre ci sono i filmati delle telecamere dello stabilimento Dior proprio davanti al ritrovamento: il contenuto di quelle immagini è coperto dal segreto istruttorio, ma se dovessero essere state puntate anche solo in parte verso la strada è evidente che il loro ruolo finirebbe per essere cruciale nella ricostruzione di quanto accaduto. 
Per oggi la prefettura ha organizzato una maxi battuta di ricerca con circa una settantina di uomini impiegati tra polizia di Stato, carabinieri, vigili del fuoco, militari dell’esercito e protezione civile. 


LE INDAGINI
Continuano, intanto, anche gli approfondimenti investigativi dei carabinieri. Ieri i militari hanno convocato in caserma il papà di Giulia, Gino, la sorella, Elena, e lo zio, Andrea Camerotto, dove sono rimasti per circa quattro ore, dalle 11 alle 15. Al setaccio il pc della ragazza, come ieri era già stato fatto per quello di Filippo. Gli investigatori sono a caccia di un qualunque elemento in grado di dare un’indicazione utile su una possibile meta dell’auto. 
 

Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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