Egle Trincanato, pioniera allo Iuav: una vita alla Querini

Lunedì 22 Agosto 2022 di Alberto Toso Fei
Egle Trincanato (illustrazione di Matteo Bergamelli)

VENEZIA - Il 5 marzo 1998, all'antivigilia dei suoi 88 anni (era nata il 3 giugno 1910) Egle Renata Trincanato, che in Querini aveva trascorso ventotto anni come consigliera e presidente, partecipò al suo ennesimo Consiglio di Presidenza della Fondazione.

Al termine della seduta effettuò un giro del cantiere di restauro di Ca' Querini, salendo e scendendo dalla scala di Mario Botta allora in costruzione con l'agilità acquisita in anni di frequentazione professionale di ponteggi. Come sempre vestiva i pantaloni e portava scarpe con un alto tacco, perché sebbene sostenesse che dopo una certa età le donne dovessero dismettere la gonna non aveva mai rinunciato alla sua femminilità. Poche ore più tardi, con la discrezione e la signorilità che l'avevano sempre contraddistinta, lasciò questo mondo, probabilmente ritenendo che ogni cosa fosse ormai a posto, perlomeno rispetto ai destini della Fondazione.

D'altronde quello tra Egle Renata Trincanato e la Querini assieme a quello più generale per Venezia intera fu un destino segnato: nacque a Roma da Alessandro Trincanato e la modista Antonietta Alice Formenti, originari di Piove di Sacco, nel padovano, e per l'attività di commercio del padre visse tra Mira, Trieste e Fiume, prima di trovare sistemazione definitiva con la famiglia a San Polo, nel 1926. Diplomatasi nel 1931 al Liceo Artistico di Venezia, iniziò di lì a poco a insegnare disegno negli istituti medi.

Ma non si accontentò: a venticinque anni vinse una borsa di studio indetta proprio dalla Fondazione Querini, che fu assegnata al secondo classificato perché il reddito della famiglia era troppo alto per poterla ottenere.
Questo non le impedì tre anni più tardi era il 1938 di divenire la prima donna a laurearsi in Architettura allo Iuav, allora Regio Istituto Superiore di Architettura di Venezia, con una tesi progettuale dedicata alla sistemazione della Riva dell'Impero (oggi Riva dei Sette Martiri). L'anno successivo fu assistente di Elementi di architettura e rilievo dei monumenti, per prendere poi, sempre all'Iuav, la cattedra di restauro. E sulla scia delle strade che aveva aperto fino a quel momento della Querini Stampalia finì per diventare la prima presidente, dal 1990 al 1994. Fu anche la prima direttrice di Palazzo Ducale dal 1954 al 1964 (rivendicò anzi questo ruolo, appannaggio fino a quel momento di soli uomini), impegnandosi nel restauro dello stesso Ducale ma anche di altri Musei Civici come Ca' Pesaro, il Correr, Ca' Centani Goldoni. Promosse mostre importanti di pittura veneziana.

Nel 1948, sulla base dei suoi studi sulla morfologia e il tessuto edilizio residenziale, scrisse Venezia minore, testo fondamentale per comprendere l'anima architettonica e urbanistica della città. Tra le altre sue opere Il Palazzo Ducale di Venezia, del 1966, e Venezia nel tempo, pubblicato cinque anni più tardi. Ricevette il Premio Olivetti per la critica d'arte, il Premio Torta per il restauro, la Medaglia d'Oro della Presidenza della Repubblica ai Benemeriti della Cultura. Iuav e Querini la hanno celebrata nel 2008 con una mostra e un convegno nel quale sono stati presentati i risultati di schedatura e riordino del suo archivio, donato all'ateneo dai nipoti.

Nello stesso tempo, Trincanato si dedicò allo studio di nuove forme di edilizia residenziale, volte a vincere le sfide della Venezia del Novecento. Fu a fianco dell'architetto Giuseppe Samonà in un sodalizio personale e professionale inscindibile: con lui realizzò nel corso degli anni Cinquanta - tra gli altri - i nuovi edifici Inail a Venezia, l'Ina-Casa di Treviso e il quartiere Ina-Casa di San Giuliano, a Mestre. A seguito di questi interventi, nel 1954-57 le fu assegnata la realizzazione delle case Incis al Lido.

Ma non fu solo un sodalizio volto alla progettazione: da rettore dell'Istituto Universitario di Architettura, seguendo una sua particolarissima filosofia, Samonà scelse di portare a Venezia i più grandi talenti, di difficile gestione; lei, da prorettrice, provvide sempre a pacificare l'ambiente. Ma senza stare zitta: Trincanato non ebbe mai timore di manifestare il proprio pensiero, da precorritrice dei tempi quale era sempre stata.
 

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