Ha tentato di incendiare la casa dell'ex, 53enne lascia il carcere e passa ai domiciliari. «Volevo solo dare un segnale»

Martedì 29 Novembre 2022 di M.A.
Ha tentato di incendiare la casa dell'ex, lo stalker lascia il carcere e passa ai domiciliari. «Volevo solo dare un segnale»

CONA - Non è più dietro alle sbarre di una cella lo stalker di Noventa, Federico Sardena 53 anni di Cona in provincia di Venezia. Il suo avvocato Davide Carbone del foro di Padova, ha chiesto e ottenuto per lui la misura alternativa degli arresti domiciliari. Davanti al giudice per le indagini preliminari Elena Lazzarin, Sardena aveva dichiarato: «Lei mi ha lasciato e io ho perso la testa. Mi dispiace, ho fatto una stupidaggine».
E ancora: «Non volevo dare fuoco, ma solo un segnale seppure sbagliato».

Ieri mattina Sardena era davanti al giudice per l'udienza preliminare Maria Luisa Materia, ogni decisione per il suo caso è stata quindi posticipata al prossimo anno.

I FATTI

Il 53enne veneziano e la psicologa hanno avuto una relazione di circa un anno. Poi a febbraio di quest'anno, la professionista lo ha lasciato, chiedendogli anche di uscire dal gruppo per single su Facebook dove si erano conosciuti. Nelle settimane successive i due hanno avuto anche un riavvicinamento, salvo poi rompere nuovamente, sempre per iniziativa della donna. A quel punto Sardena ha iniziato a tormentare l'ex.
E per questo è stato arrestato dai carabinieri e deve rispondere delle accuse di atti persecutori, minacce, tentato incendio doloso e anche di violazione di domicilio.

Si sono vissuti dieci giorni di terrore nella frazione di Oltrebrenta con il piromane che in due occasioni ha provato a dare fuoco all'abitazione della psicologa. Tutto si è registrato sempre di notte.
Il primo episodio è del 16 giugno: con del liquido infiammabile ha danneggiato l'esterno dell'abitazione.
Il secondo tentativo è del 24 giugno. Qui l'attentatore ha alzato il tiro e ha cosparso di benzina un gazebo presente nel giardinetto dell'abitazione posta al primo piano.
In entrambi i casi, oltre ai vigili del fuoco, sono intervenuti anche i carabinieri

LE INDAGINI

L'inchiesta, condotta dal pubblico ministero Roberto D'Angelo, si è concentrata sulla sfera delle amicizie più strette della vittima. È stata eseguita un'attività tecnica per il controllo delle celle telefoniche, sono state acquisite le immagini della videosorveglianza ed è stata sentita la psicologa: la donna ha riferito di aver chiuso una storia sentimentale da poco e sospettava che dietro a tanta violenza ci fosse il suo ex.
La prossima udienza davanti al Gup del tribunale di Padova è stata fissata per il 17 di aprile.
L'uomo di Cona da subito, davanti al Gip per l'interrogatorio di garanzia, si era professato colpevole e pentito di quanto aveva fatto.
 

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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