Venezia. Borseggiatori impuniti: solo 2 arrestati su 39. Il comandante della polizia municipale: «Non abbiamo armi efficaci»

L'ultimo episodio in stazione: rissa per uno scippo

Martedì 13 Giugno 2023 di Roberta Brunetti
La rissa per un tentativo di borseggio

VENEZIA - Sempre più borseggiatori in azione, che si sentono «impuniti» e calano su Venezia con la sua abbondanza di turisti da derubare. «Stiamo avendo una recrudescenza di borseggi spaventosa. E anche su questo fronte, come in quello della droga, non abbiamo armi efficaci. La verità è che ormai i borseggiatori godono di una sostanziale impunità». Parole pensati quello del comandante della polizia locale, Marco Agostini, che fa parlare i numeri: «Da inizio anno i nostri agenti hanno individuato 39 borseggiatori, ma ne abbiamo arrestati solo due.

Per 27 è scattata la denuncia a piede libero. Ai restanti 10 non è successo proprio nulla. Li abbiamo portati in ufficio, fotosegnalati, ma poi li abbiamo lasciati andare. Per metà dei casi perché si trattava di ragazzini sotto i 14 anni, quindi nemmeno imputabili. Per l'altra metà perché manca la denuncia da parte della vittima».

Una delle novità introdotte dalla riforma Cartabia, che per i reati meno gravi prevede, per poter procedere, la denuncia della parte. Fatto che nel caso di turisti, vittime designate dei borseggiatori, non è così scontato. «Spesso sono di corsa. E dopo che hanno subito un borseggio, non vogliono anche perdere il treno» esemplifica Agostini.

ARMI SPUNTATE

Un quadretto sconfortante, che si inserisce in quello più generale delle «armi spuntate» con cui si trova a lavorare chi deve far rispettare le leggi e garantire la sicurezza. Il ragionamento del comandante parte dal problema irrisolto dello spaccio, che investe soprattutto Mestre. «A Venezia c'è un problema nei luoghi della movida, ma la proporzione è di 5 segnalazione di episodi di spaccio al mese, contro le 400 di Mestre. Noi stiamo facendo di tutto e di più, ma non abbiamo le armi, c'è un senso di impunità - continua Agostini - Ora l'amministrazione metterà in campo ulteriori misure con il coinvolgimento dei servizi sociali, ma non si fanno miracoli». Questo sul fronte droga.

Poi c'è quello veneziano dei borseggi. «È quello che in questo momento mi preoccupa di più: siamo di fronte a una vera impennata» ribadisce il comandante, che stima ci sia almeno una quarantina di borseggiatori in azione a Venezia. «In parte arrivano dai campi nomadi di Roma e Milano. Spesso c'è una donna incinta che ruba il portafoglio e lo passa a un minorenne che scappa. Poi ci sono i gruppi di uomini che arrivano dai paesi dell'est e usano altre tecniche. Certo, non è da paese civile lasciare che rovinino le vacanze alla gente e di fatto non fargli nulla».

GLI ULTIMI EPISODI

Tra gli ultimi episodi quello di una ragazza che ha cercato di borseggiare una passante davanti alla Ferrovia. Bloccata ha dato in escandescenze, dicendo di essere una tredicenne e accusando gli altri di aggredirla. Altro caso quello di una coppia di anziani, derubati davanti ai Giardinetti reali, subito dopo aver acquistato un tour delle isole da Alilaguna. Rimasti senza un soldo, hanno chiesto di restituire i biglietti per avere qualche liquido con cui comprarsi da mangiare. Davvero una bella esperienza a Venezia.

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