​Centri profughi in arrivo: in rivolta
i paesi. Raccolta firme in 3 comuni

Giovedì 25 Giugno 2015 di Paola Treppo
Il sindaco di Dolegna, Diego Bernardis
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PREPOTTO/DOLEGNA DEL COLLIO - Non ci stanno ad accogliere sul loro territorio due centri di accoglienza per profughi perché sono paesi piccoli, che vivono solo col turismo del vino e delle bellezze dell’ambiente. Siamo a Prepotto (Udine) e a Dolegna del Collio (Gorizia) due centri separati solo dal ponte sullo Judrio, al confine con la Slovenia, la nuova “porta” di ingresso degli immigrati clandestini della cosiddetta “rotta balcanica”.



Il sindaco di Dolegna, Diego Bernardis, ha promosso una raccolta di firme per evitare che, in un albergo autorizzato fino a ieri a ospitare 14 persone, due cooperative “portassero” 50 richiedenti asilo: «Il nostro comune conta 374 residenti e abbiamo raccolto 361 firme di maggiorenni per il “no”, anche dai vicini paesi di Prepotto e Corno di Rosazzo. Non abbiamo fabbriche, per vivere, ma solo turismo legato ad aziende vitivinicole e a un paesaggio di grande bellezza. La stabile permanenze di profughi danneggerebbe irrimediabilmente la nostra economia, in maniera irreparabile. Le firme sono state consegnate al prefetto di Gorizia martedì scorso ma non abbiamo ricevuto segnali di rassicurazione. Le due coop che avevano vinto la gara per gestire l’albergo, tra l’altro, sono coinvolte nello scandalo romano e lo abbiamo scoperto da soli».



A Prepotto, invece, il progetto è quello di creare un hub, quindi un centro di prima accoglienza, nella ex caserma oggi di proprietà del Demanio di Ponte Miscecco, un paesino diviso a metà tra Italia e Slovenia. L’immobile è fatiscente e, per risistemarlo, saranno necessari almeno 150mila euro.
Ultimo aggiornamento: 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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