Maxi discarica di rifiuti pericolosi: tutto sotto sequestro, tre nei guai

Sabato 7 Luglio 2018 di Paola Treppo
parte del materiale sequestrato ad Artegna
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ARTEGNA TARCENTO GEMONA (Udine) - Gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi e il capannone finisce sotto sequestro. Tre le denunce a piede libero tra Tarcento, Artegna e Gemona del Friuli; tutto grazie a una intuizione dei carabinieri della stazione dei di Buja che, nel corso di un servizio finalizzato al contrasto dei reati contro il patrimonio, hanno controllato alcune persone di nazionalità polacca e albanese all’esterno di una ex struttura produttiva che avrebbe dovuto essere dismessa, nella periferia industriale di Artegna.

Lì è stato fatto un primo rapido approfondimento, in collaborazione col personale specializzato dell’Arma del Noe di Udine e del Norm della Compagnia di Tolmezzo, comandato dal luogotenente Domenico Colonna. 

I risultati del controllo, immediatamente comunicati alla Procura della Repubblica di Udine, hanno permesso ai militari di eseguire una accurata perquisizione delegata del capannone; al suo interno sono stati rinvenuti numerosi quintali di materiale di riciclo: piombo sfuso, rame, alluminio, due tonnellate di batterie per autoveicoli esauste e circa cinque tonnellate di cavi elettrici di rame rivestito, il tutto custodito senza le autorizzazioni di legge, trattandosi di rifiuti pericolosi

Gli operai 
Al termine dell’operazione, che ha visto impiegati una decina di carabinieri e numerosi mezzi, i militari dell’Arma territoriale e del Noe di Udine, comandato dal capitano Fabio Di Rezze, coadiuvati in fase esecutiva dai colleghi dell’Arma di Tarcento, hanno sequestrato il capannone e denunciato a piede libero, per gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi, due cittadini stranieri: si tratta di un albanese di 28 anni residente a Tarcento e un polacco di 31 anni residente in Gemona del Friuli.

Il titolare della ditta
Denunciato anche il titolare della ditta per i quali i due lavoravano e per conto del quale gli stessi custodivano il materiale sequestrato, un 55enne residente nella provincia di Biella, legale rappresentante di una ditta specializzata nel settore del recupero metalli e locataria del capannone. Il valore del materiale sequestrato e della struttura supera i 150.000 euro.
Ultimo aggiornamento: 19:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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