CODROIPO - Paolo Castellani chiede un processo rapido e rinuncia all’udienza preliminare. Il 45enne di Codroipo, che il 15 giugno scorso ha ucciso con decine di coltellate la moglie Elisabetta Molaro, 40 anni, questa mattina avrebbe dovuto affrontare l’udienza preliminare.
LA DIFESA
Con la nuova norma a Castellani è precluso l’accesso a un rito alternativo, non si possono più avere sconti di pena di un terzo per reati per i quali è previsto l’ergastolo. «Questa circostanza - ha chiarito l’avvocato Paolo Bevilacqua - rendeva inutili l’udienza preliminare, peraltro Castellani è reo confesso. Si è così deciso per la rapidità processuale, anche per risparmiare dolore a tutti». Il fascicolo processuale è stato pertanto trasmesso in Corte d’assise, che potrebbe fissare la prima udienza già a gennaio o febbraio. La famiglia di Elisabetta Molaro - la madre e le due figlie di appena otto e cinque anni - saranno rappresentate dall’avvocato Federica Tosel. Anche l’associazione “I nostri diritti” ha deciso di costituirsi parte civile.
IL DELITTO
Elisabetta Molaro, broker della B&T Assicurazione, era impiegata nell’agenzia di Codroipo. È stata uccisa al rientro da una cena con le colleghe di lavoro. Poco dopo la mezzanotte era a letto, forse stava già dormendo, quando il marito ha infierito con un coltello da cucina. Le figlie dormivano nella stanza accanto. L’uomo non avrebbe accettato l’idea dell’imminente separazione e ha aggredito la moglie nella stanza da letto martoriandola. Ha telefonato alla suocera affidandole le bambine e si è allontanato dalla casa di via delle Acacie vagando nelle campagne di Codroipo, dove i carabinieri lo hanno rintracciato. Castellani ha sempre parlato di un momento di rabbia, una reazione scatenata dal fatto che la moglie lo aveva respinto. Un paio di mesi fa la Procura aveva disposto ulteriori accertamenti e incaricato il medico legale Lorenzo Desinan di approfondire la dinamica dell’aggressione. Soltanto una volta depositate le conclusioni del consulente il sostituto procuratore Finocchiaro ha cominciato a lavorare sull’imputazione definitiva, che ora si fonda anche sull’aggravante della crudeltà, a sottolineare la ferocia dell’azione e l’accanimento sul corpo della vittima.