Treviso nella morsa delle baby gang: «Pronta una legge più severa: aggravante per chi agisce in gruppo»

Lunedì 10 Aprile 2023 di Mep
polizia locale a Treviso

TREVISO - Una proposta di legge per arginare il fenomeno dilagante della violenza giovanile. Tre i punti cardine dell'iniziativa anti "baby gang" del deputato leghista Gianangelo Bof: abbassare l'età di imputabilità per certi reati, introdurre un'aggravante specifica per chi delinque "in branco" e negare la cittadinanza agli stranieri che delinquono. L'aggressione a due poliziotti a Conegliano, presi a pugni e morsi durante un controllo ha riacceso i riflettori sulla piaga della violenza giovanile, esplosa nella Marca soprattutto dopo la pandemia.

E ora proprio da qui sta prendendo forma una legge per contrastare il fenomeno in tutta Italia. «Il dato più preoccupante è l'abbassamento dell'età dei responsabili. E questa è una tendenza legata all'effetto branco - osserva Bof -. I ragazzi si sentono invincibili quando sono in gruppo, arrivando a fare cose che da soli non farebbero mai. Non è giusto che i cittadini non si sentano sicuri nelle loro città per colpa di questi bulli». A gettare benzina sul fuoco ci pensano poi i social, palcoscenici in cui pericolose bravate possono diventare virali. «Bisogna stroncare queste derive, anche attraverso leggi adeguate - afferma l'onorevole -. Non possiamo aspettare che il fenomeno si aggravi ulteriormente rischiando di sfuggire di mano». Da qui la proposta di legge, ancora in fase di rifinitura.

L'ESCALATION
Di episodi gravi ne sono già successi parecchi. Le risse e le aggressioni del sabato pomeriggio in centro a Treviso, dove basta un'occhiataccia o un pretesto banale a innescare agguati e pestaggi in un centro storico trasformato in un ring. Qualche settimana fa una lite scoppiata in treno tra due ragazzine aveva costretto il convoglio a fare retromarcia e a tornare in stazione: il capotreno temeva che la situazione degenerasse visto che i coetanei presenti, anziché calmare gli animi, incitavano le due rivali e le filmavano con i cellulari. Un mese fa a Mogliano una banda di ragazzi ha incendiato l'ex ospedale psichiatrico San Pancrazio: un gioco finito male, che costerà migliaia di euro di danni. Per non parlare dei sassi lanciati dai cavalcavia in Pedemontana e nella Castellana. Bravate potenzialmente letali. In un caso tre ragazzi del Montebellunese hanno centrato l'auto di una famiglia toscana, fortunatamente rimasta illesa. Nell'altro tre adolescenti di origine marocchina sono stati sorpresi dai carabinieri alla stazione di Castelfranco mentre scagliavano pietre contro i treni in corsa. Anche Vedelago è stato teatro di un episodio agghiacciante. A febbraio una baby gang composta da tre ragazzi di 15, 18 e 19 anni ha sequestrato, seviziato e rapinato un impiegato 50enne dopo averlo attirato in un casolare promettendo un incontro a luci rosse. Una violenza fuori scala, in stile "Arancia meccanica" per ottenere un bottino misero: portafoglio e bancomat. Soltanto l'intervento provvidenziale dei carabinieri aveva scongiurato il peggio, salvando la vittima dai suoi giovanissimi aguzzini, finiti in manette. Una settimana dopo, sempre a Vedelago, sei vandali hanno devastato l'oratorio per ripicca, dopo essere stati rimproverati da un animatore. I teppisti, tutti tra i 15 e i 20 anni, hanno fatto a pezzi un crocifisso e danneggiato alcune porte.

LE CONTROMISURE
All'elenco si aggiungono le aggressioni ad autisti e controllori della Mom: spesso i giovani pizzicati a bordo senza biglietto reagiscono a calci e pugni. Non si contano poi i vandalismi. Il deputato Bof ne ha un assaggio nel piccolo comune che amministra: «A Tarzo abbiamo una banda di baby teppisti: ragazzini di 12-13 anni che si divertono a fare danni». Azioni diverse, con un denominatore comune: a compierle sono giovani e giovanissimi. «Bisogna intervenire per stroncare la percezione di impunità».
 

Ultimo aggiornamento: 07:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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