Carenza di personale, piaga per i locali: c'è chi resta chiuso a San Valentino

Sabato 11 Febbraio 2023 di Elena Filini
La trattoria all'Oca Bianca

TREVISO Locali del centro storico chiusi per San Valentino. «Non troviamo personale». Un paradosso: nella terza serata dell’anno per incassi i ristoratori in alcuni casi sono costretti a disdire le prenotazioni. È il caso dell’Oca Bianca, storica trattoria del centro. «Quest’anno il 14 saremo chiusi- spiega- devo dire che essendo sotto organico già da un paio di mesi, ho preferito tenere chiuso viste le aspettative di una serata così particolare - racconta Federica Mattiazzo, titolare da oltre vent’anni dell’Oca Bianca - Cerco un lavapiatti, ho il cartello appeso fuori con tutte le informazioni per invogliare a presentarsi, ma ho visto solo una persona da dicembre. Penso che anche altri miei colleghi possano raccontare le stesse difficoltà: tanti locali del centro hanno il cartello con cercasi personale». Basta infatti una breve passeggiata in città per rendersi conto della dimensione del fenomeno: in pochi metri almeno una decina di cartelli nei bar e nei ristoranti.


LE ASSOCIAZIONI
Sul tema si interrogano anche le associazioni di categoria. Chiudere a San Valentino significa infatti rinunciare a una serata da tutto esaurito. E se avviene, significa che c’è l’impossibilità fisica di dare un servizio. «San Valentino - commenta infatti Confesercenti - è da sempre la terza festività nella classifica delle notti più trafficate dell’anno per i ristoranti, superata solo dalla Festa della mamma e dal cenone di San Silvestro».


I LOCALI
Lo confermano anche i ristoratori che già da fine gennaio hanno ricevuto prenotazioni per la cena del 14 febbraio. Però anche i locali storici fanno fatica con il personale. «Noi al momento alle Beccherie con il personale di sala siamo a posto - spiega Paolo Lai - Certo è che trovare un cuoco di qualità per i locali non è facile. E più si sale di standard, più è un problema». Martina Filippini, titolare del ristorante Da Alfredo insieme ai fratelli Michela e Nicola, spiega come la nuova generazione Filippin sia in forze al locale anche per coprire eventuali vuoti. «Abbiamo la sala piena e i clienti hanno cominciato a telefonare già a fine gennaio. Non solo tavoli per due, ma anche qualche famiglia che ha deciso di festeggiare la festa dell’amore allargandola ai figli. Per la serata proponiamo un menù alla carta, un po’ ridotto, ma lasciamo liberi di scegliere le portate; il nostro menù è ironico, con diciture in rima, per prendere la vita e l’amore con leggerezza, che ce n’è bisogno». «Lo staff che ho non basta - spiega Marco Tonietto dell’osteria Trevisi - Cerco gente che abbia voglia di lavorare, che abbia ancora amore per questo mestiere e sia disposta alle rinunce. Abbiamo un grande turnover ma non è questione di soldi. Durano poco, forse sono spaventati dalla fatica. A Treviso la crisi di lavoro non c’è. Manca secondo me la voglia di impegnarsi seriamente». «Siamo in difficoltà anche noi - confermano dalla Gigia - Non abbiamo gente che si propone. Non siamo in una situazione drammatica, ma quando si presenza l’emergenza è un problema. La cosa preoccupante è che in pochissimi rispondono agli annunci. E se lo fanno pongono condizioni non compatibili con questo tipo di lavoro».


LA RIFLESSIONE
La carenza di personale è ormai un problema endemico, spiega Gianni Taffarello, direttore Confesercenti Treviso. «A San Valentino, da sempre, l’amore si celebra al ristorante. Le giornate più importanti, le feste più intime, le ricorrenze e le celebrazioni hanno sempre come sfondo una tavola imbandita. È la dimostrazione che il cibo è parte integrante della cultura della vita - afferma - Per questo dovremmo pertanto considerare in maniera più attenta la grande funzione sociale, culturale ed economica di chi opera nella ristorazione e riflettere sull’importanza di un settore che non è fatto solo da super-chef ma da una rete di locali tradizionali e famigliari di grande qualità». Nonostante i buoni risultati attesi, Confesercenti Veneto sottolinea che il settore attraversa ancora un momento di difficoltà: le materie prime, quelle buone, sono aumentate, i costi energetici sono saliti. Tuttavia la vera difficoltà del settore è la mancanza di personale. «Nella ristorazione stanno venendo meno, la cultura, la passione, la curiosità - conclude Taffarello - Un cambiamento generazionale. Un passaggio epocale, che richiede misure idonee di tutela e sostegno».

 

Ultimo aggiornamento: 16:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci