MONASTIER - Cinque anni di reclusione: questa la pena inflitta a uno dei quattro componenti della banda che picchiò e rapinò in casa Renzo Venerandi, il re delle discoteche della provincia di Treviso, nella notte tra il 24 e il 25 novembre 2013. Giudicato con rito abbreviato, il 25enne albanese Fejzi Kulluri rischiava una pena ben più pesante, visto che il pubblico ministero aveva chiesto otto anni di carcere.
L'uomo, arrestato subito dopo il colpo, doveva infatti rispondere di una lunga sfilza di reati: oltre alla rapina gli venivano contestati quelli di evasione, porto abusivo di armi, ricettazione e lesioni personali. A incastrare Kulluri era stato il terriccio che aveva sotto le scarpe e sui vestiti. In pieno stile Csi, infatti, la Procura di Treviso aveva scovato questo elemento chiave per provare che l'albanese quella notte si trovava nella casa di via Pisani a Monastier. Gli inquirenti, al momento dell'arresto, avevano sequestrato le scarpe e gli indumenti dell'imputato che risultavano sporchi di fango ed erba. Proprio quel fango era stato prelevato e fatto analizzare dagli uomini del Ris di Parma. Ottenuti gli esiti era stato comparato col terriccio presente nel giardino di Venerandi e con quello dell'abitazione di San Donà di Piave dove viveva Kulluri.
Ultimo aggiornamento: 19:35
L'uomo, arrestato subito dopo il colpo, doveva infatti rispondere di una lunga sfilza di reati: oltre alla rapina gli venivano contestati quelli di evasione, porto abusivo di armi, ricettazione e lesioni personali. A incastrare Kulluri era stato il terriccio che aveva sotto le scarpe e sui vestiti. In pieno stile Csi, infatti, la Procura di Treviso aveva scovato questo elemento chiave per provare che l'albanese quella notte si trovava nella casa di via Pisani a Monastier. Gli inquirenti, al momento dell'arresto, avevano sequestrato le scarpe e gli indumenti dell'imputato che risultavano sporchi di fango ed erba. Proprio quel fango era stato prelevato e fatto analizzare dagli uomini del Ris di Parma. Ottenuti gli esiti era stato comparato col terriccio presente nel giardino di Venerandi e con quello dell'abitazione di San Donà di Piave dove viveva Kulluri.