TREVISO - Aveva le ore contate l'aggressore che venerdì sera, in centro a Vittorio Veneto, aveva sferrato un pugno in faccia a un 18enne, al culmine di una lite scoppiata per una ragazza contesa.
L'ALTRA AGGRESSIONE
I carabinieri stanno chiudendo il cerchio anche sugli altri aggressori: i due 15enni che sabato hanno spaccato il naso a un coetaneo in centro a Treviso, nell'ennesimo sabato pomeriggio di violenza in centro città. L'episodio era successo verso le 17.30 in via Canova: una discussione, un pugno in faccia e poi la fuga, lasciando la vittima per strada, dolorante, con il setto nasale spaccato. Il ragazzo, soccorso dal Suem 118, è finito al pronto soccorso. Cronaca di una violenza giovanile che non accenna a placarsi nonostante il rafforzamento dei controlli e le tante pattuglie schierate a sorvegliare i centri della Marca, soprattutto nei week end, come previsto dal piano anti baby gang messo in campo dal prefetto Angelo Sidoti.
L'APPELLO DEL SINDACO
Intanto il sindaco Mario Conte rivolge un nuovo appello alle famiglie: «Invito nuovamente i genitori a chiedersi cosa stanno facendo i loro figli al sabato pomeriggio, perché nel momento in cui lo fanno le forze dell'ordine, cominciano i guai». Per il primo cittadino non è però il caso di parlare di Treviso violenta. «Si è trattato di un episodio isolato commenta il sindaco in cui, di fatto, due ragazzi si sono presi a schiaffoni. Non si può definire rissa, come non si può parlare di baby gang (intese come bande strutturate, ndr). E' certamente un episodio spiacevole, che però ha visto protagonisti due ragazzi». Un fatto, dice Conte, che non sta a significare che l'apparato messo in campo il sabato e la domenica per evitare che bande di ragazzi si affrontino nelle zone più calde della città non stia funzionando: «Il sistema di monitoraggio della città che stiamo mettendo in campo unitamente alle forze dell'ordine sta dando risultati importanti sottolinea il primo cittadino - Ricordo che negli ultimi quattro-cinque week end non è successo nulla. Ma questo non può prevenire che due ragazzi si mettano a litigare in una via dispersa del centro». Si tratta di comportamenti singoli per prevenire i quali c'è da fare un lavoro ad altri livelli, lascia intendere Conte. Che dunque torna a battere il tasto della sensibilizzazione delle famiglie, spesso all'oscuro dei comportamenti dei propri figli, come dimostrano, candendo dalle nuvole, una volta che la bravata viene a galla: «L'appello che faccio ai genitori è: ponetevi la domanda se tra quei ragazzi che al sabato pomeriggio vanno nelle varie città a far casino c'è anche vostro figlio. Se vi ponete questa domanda - conclude il sindaco certamente aiutate le istituzioni, ma soprattutto aiutate i vostri figli».