TREVISO - Il dato che spicca lo si trova alla voce affitti non pagati. «A fine 2021 - dice l'assessore al Bilancio Christian Schiavon - gli affitti non pagati negli alloggi comunali ammontano a 1,2 milioni di euro, per un totale di 438 inquilini morosi.
GLI INTERVENTI
«Abbiamo ristrutturato e messo di nuovo a disposizione 107 alloggi per dare un posto a chi non ce l'ha più. Altri 32 sono pronti a essere inseriti nel corso del 2022: 10 saranno disponibili a breve, i 22 rimanenti entro la fine dell'anno. E nel 2023 se ne aggiungeranno altri 7 a San Liberale». Dei 770 alloggi, 719 sono destinati all'edilizia popolare e 60 come alloggi-parcheggio per le emergenze: «Nessuno viene lasciato sotto un ponte - evidenza - questi appartamenti servono nei casi estremi, per persone sfrattate e senza alternative. A oggi abbiamo solo il 10% del nostro patrimonio immobiliare ancora sfitto. E' la percentuale più bassa tra i capoluoghi di provincia del Veneto. Questa amministrazione ha investito 5,2 milioni di euro nelle case popolari; la precedente aveva investito meno della metà».
L'ALLARME
ùResta la piaga dell'emergenza abitativa, che le difficoltà economiche legate alla pandemia stanno trasformando in allarme. La graduatoria stilata a Ca' Sugana delle famiglie che hanno bisogno di un alloggia al più presto, conta 174 domande. Tra queste le situazioni più gravi sono i 67 casi di sfratto esecutivo arrivati ormai nell'imminenza di essere sbattuti fuori da casa. Il resto è formato da 29 casi in cui l'abitazione è finita all'asta e 78 famiglie in gravi difficoltà economiche. «Su questo fronte ci stiamo impegnando molto, soprattutto per quanto riguarda gli sfratti», sottolinea Gloria Tessarolo, assessore al Sociale.ù
LA SELEZIONE
L'emergenza abitativa è quindi priorità, ma la gestione è diversa rispetto al passato. È qui Tessarolo ribatte a chi accusa l'amministrazione di utilizzare troppo il criterio dell'emergenza per sistemare famiglie difficili. «Rispetto alla precedente amministrazione - spiega - le assegnazioni di alloggi fatte per emergenza abitativa sono passare da 53 all'anno a 33. Ci concentriamo sui casi più gravi. Le priorità sono gli sfratti, soprattutto se nelle famiglie ci sono bambini. Il resto viene valutato da una speciale commissione composta da Caritas, Sunia e Polizia locale istituita in base al nuovo regolamento votato all'unanimità in consiglio comunale. L'indicazione che posso dare alle famiglie è di chiedere subito aiuto in caso di difficoltà. Non aspettare che gli affitti si accumulino perché poi è complicatissimo rientrare. E di essere scrupolosi: in molti casi la mancata presentazioni dell'Isee comporta che affitti minimi da 70 euro mensili passino a 400. E in tanti non ce la fanno più». Oltre agli alloggi, l'aiuto del Comune si concretizza in sostegno economico: «Nel 2020/2021 abbiamo impegnato 838mila euro per aiutare 450 famiglie». Gli aiuti sono stati i più vari: sostegno all'affitto, alle bollette, al reddito per chi non raggiunge il minimo vitale: «Molto difficile dire che non abbiamo fatto niente».