Manca la firma di Enac: bloccato lo studio sulla salute nell'area dell'aeroporto Canova

Sabato 9 Settembre 2023 di Mauro Favaro
AEROPORTO CANOVA Lo studio epidemiologico dell'Usl è bloccato dalla mancanza di una firma

TREVISO - Una firma blocca le indagini sulla salute degli oltre 20mila trevigiani che abitano attorno all’aeroporto Canova e sotto le rotte di decollo e atterraggio, tra Treviso, Quinto e Zero Branco. Il via libera al master plan per lo sviluppo dello scalo gestito da Save/AerTre aveva previsto anche la realizzazione da parte dell’Usl della Marca di uno studio epidemiologico sulle persone che vivono in zone considerate sensibili. Ma all’appello manca ancora la firma di Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile. Una mancanza non da poco: senza la firma la complessa procedura dello studio non può cominciare. «Senza questa firma non possiamo procedere -spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria trevigiana- non è una questione di volontà: la sottoscrizione del piano rappresenta un adempimento dettato dalla legge». L’Usl quindi resta in attesa che a Roma venga posizionato anche l’ultimo tassello di una quadro estremamente complesso.

IL CRITERIO

Le linee metodologiche per eseguire lo studio sullo stato di salute pubblica, all’interno del monitoraggio ambientale, sono già state messe nero su bianco. La proposta è stata siglata dall’ingegner Davide Bassano di AerTre e da Mauro Ramigni, direttore del servizio di epidemiologia dell’Usl. Ma per il momento la casella riservata a Enac è rimasta vuota. Così resta congelato lo studio sulla salute che riguarderà i cittadini di Quinto (esclusa la frazione di Santa Cristina e la zona della biblioteca comunale), quelli dei quartieri di Canizzano, Sant’Angelo, San Giuseppe e San Lazzaro a Treviso e i residenti nel borgo di Sant’Antonio a Zero Branco. «Noi siamo pronti a partire -sottolinea Benazzi- l’analisi prevede sia un controllo incrociato sulle banche dati che delle interviste dirette ai cittadini coinvolti». Nello specifico, l’Usl andrà ad acquisire dati sulle patologie per le quali viene ipotizzata una possibile relazione con le emissioni inquinanti del vicino aeroporto. Verranno vagliati i dati riguardanti la mortalità, la frequenza dei ricoveri in ospedale, il consumo di farmaci, le richieste per prestazioni specialistiche ambulatoriali e, non da ultimo, il registro dei tumori.

L’OBIETTIVO

«Lo studio sarà diviso in tre fasi distinte e consecutive -si legge nel piano- che copriranno complessivamente un arco temporale di 3 anni». Vuol dire fino al 2026. Sempre ammesso che si parta a breve. Ad oggi l’approvazione del master plan ha avuto come effetto visibile solamente l’apertura del cantiere per la realizzazione della passerella pedonale sopra la strada Noalese, tra il terminal e i parcheggi. Un’opera che porterà a togliere l’attuale semaforo pedonale che fa procedere auto e mezzi pesanti a singhiozzo. Il definitivo posizionamento della passerella è atteso entro la fine di quest’anno. Il traffico sulla Noalese verrà deviato per una settimana per consentire la posa. Ma senza troppi giri: i veicoli potranno transitare lungo una viabilità provvisoria che verrà ricavata all’interno del parcheggio comunale “Luigina” (quello davanti al terminal). Nel frattempo a Treviso non mancano le perplessità ogni volta che gli aerei, anche a causa delle condizioni meteo, in particolare le forti raffiche di vento, scendono di quota passando sopra al centro e ai quartieri.

LE PAURE

Mentre a Quinto preoccupa pure il fenomeno del vortex strike (vortici d’aria causati dai velivoli) che a volte arrivano a spazzolare i tetti delle case. Non a caso nell’ambito del master plan è stato avviato anche un monitoraggio delle coperture: un drone ha già fotografato i tetti di 100 edifici che sorgono in un’area di circa 90mila metri quadrati tra la Noalese, via Costamala, vicolo Marangon e via Contea, esclusa la chiesa e l’asilo parrocchiale San Giorgio, che oggi è proprio sotto la linea di atterraggio e che stando alle prescrizioni Save/AerTre è chiamata a spostare altrove, a quanto pare verso la zona di San Cassiano. E’ stato così creato un “punto zero”. Servirà come metro di confronto per definire l’importo di eventuali risarcimenti.

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