Allarme risse a Treviso. Accoltellato al bar, residenti in rivolta: «Basta, qui non si vive più»

Sabato 11 Novembre 2023 di Maria Elena Pattaro
Allarme risse a Treviso. Accoltellato al bar, residenti in rivolta: «Basta, qui non si vive più»

TREVISO - «Qui risse, botte e aggressioni tra ubriachi sono ormai all’ordine del giorno. La situazione è invivibile, c’è da aver paura a uscire la sera.

Finché continuano a radunarsi al bar qui di fianco, la situazione non può che peggiorare. Quel locale va chiuso definitivamente. Abbiamo firmato anche una petizione». Sono preoccupati ma per nulla sorpresi i residenti di via Marco Polo, dove giovedì sera una lite è sfociata in accoltellamento. 


SCONTRO A SANGUE
Due 40enni marocchini, sotto l’effetto di alcol, si sono affrontati di fronte al Bar 8, vicino al cavalcavia della stazione, seminando il terrore tra i passanti. La lite è scoppiata verso le 21. Al culmine del diverbio uno dei due avventori ha sfregiato al volto il rivale con un bicchiere rotto. La vittima è crollata a terra, sanguinante. È stato proprio il 40enne a chiamare la polizia: «Venite, ho litigato con un uomo e mi ha accoltellato». L’aggressore nel frattempo è scappato verso la stazione, con una mano gocciolante. Anche lui si era tagliato stringendo il coccio aguzzo. Si è accasciato al binario 6, dopo aver vagabondato tra il sottopasso e la banchine, lasciandosi alle spalle una scia di sangue. Voleva salire sul treno che l’avrebbe riportato a casa, nel Padovano, ma l’alcol e l’emorragia lo hanno fatto svenire, sotto gli occhi dei pendolari, sconvolti. Il bilancio quindi è di due feriti, fortunatamente non gravi. Il magrebino sfregiato, che abita nella Marca, è stato dimesso con 15 giorni di prognosi. L’altro invece con 10. Sul caso sta indagando la squadra mobile, intervenuta in via Marco Polo insieme alle volanti e alle ambulanze del 118. Stando a quanto ricostruito finora, la lite sarebbe esplosa per motivi banali, alimentata dall’alcol. Gli agenti sentiranno i due protagonisti nelle prossime ore per appurare nel dettaglio sia la dinamica che le responsabilità. Entrambi rischiano una denuncia. 


ESASPERATI
Quello di giovedì sera era un episodio che i residenti avevano in qualche modo messo in conto. Si aspettavano che prima o poi si sarebbe arrivati al sangue. «Risse e violenze sono praticamente all’ordine del giorno - dice Carlo Bortoletto -. Gli sbandati vengono qui al bar: bevono senza ritegno e poi perdono il controllo di sé». «Iniziano a radunarsi alle 6 del pomeriggio e fino alle 2 di notte si sentono grida e schiamazzi. A volte volano bidoni e bottiglie. È terribile - rincara la dose Marzia Vecchiato -. Di sera esco di casa solo se qualcuno mi accompagna: ho paura di essere aggredita o di trovarmi in mezzo a una rissa. Quest’estate mio figlio è stato preso di mira proprio sotto al cavalcavia. Uno di questi balordi ha cercato di strappargli la collana d’oro. Per fortuna lui da ex rugbista è riuscito a difendersi». Per arginare tanto degrado, i residenti invocano rimedi drastici. «Più controlli da parte delle forze dell’ordine. Servono monitoraggi mirati, in chiave deterrente, anche contro lo spaccio - suggerisce Bortoletto - non solo quando succedono i fatti più gravi. E la chiusura definitiva del bar perché è qui che purtroppo si radunano». 


IL LOCALE
Il Bar 8, in passato, è stato più volte sanzionato dal questore proprio per il comportamento e la fedina penale dei suoi avventori. L’attività, gestita da cinesi, viene periodicamente sospesa. Anche stavolta rischia di essere chiusa. La questura sta valutando un eventuale provvedimento. Intanto alcuni residenti hanno aderito a una raccolta firme: «Chiediamo che chiuda definitivamente i battenti». Il gestore, dal canto suo, si difende: «Non è successo dentro al bar, li avevo allontanati. Si sono accoltellati per strada». Sull’episodio interviene anche la politica. «Siamo di fronte a un’immigrazione incontrollata - tuona il consigliere comunale Alberto Ciamini di Prima i Trevigiani/Fratelli d’Italia -. Chiederò al sindaco il pugno duro verso le attività etniche che ospitano spacciatori e pregiudicati»

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