Castelmassa. Stalker in trasferta: 41enne scoperto a casa di un conoscente

Sabato 17 Febbraio 2024 di Francesco Campi
Castelmassa. Stalker in trasferta: 41enne scoperto a casa di un conoscente

CASTELMASSA (ROVIGO) - È stato rintracciato in Alto Polesine un 41enne formalmente residente a Genova accusato di stalking nei confronti della ex, nei confronti del quale il Tribunale di Modena ha emesso un'ordinanza di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, con divieto di comunicazione con qualsiasi mezzo, e con l'applicazione del braccialetto elettronico.

A eseguire l'ordinanza sono stati i carabinieri della Compagnia di Castelmassa, mentre le indagini sono state svolte dai carabinieri della Tenenza di Vignola (Modena), dopo la querela sporta da una 52enne, che aveva avuto una relazione con il 41enne. Nonostante una precedente sentenza di condanna nei suoi confronti, proprio per maltrattamenti nei confronti della donna, a novembre l'ex le avrebbe telefonato a ripetizione e dopo averle inviato una lettera con la richiesta di riavvicinamento, si sarebbe presentato a casa sua e l'avrebbe seguita in auto, a fino a quando lei non ha raggiunto la caserma dei carabinieri spaventata per la propria incolumità.

I militari della Tenenza di Vignola, una volta ricevuto il provvedimento cautelare emesso nei confronti dell'uomo, hanno svolto gli accertamenti per rintracciarlo insieme ai colleghi liguri, vista la sua residenza a Genova, e poi quelli polesani, una volta scoperto che si trovava in provincia di Rovigo, dove l'uomo si trovava in un'abitazione di proprietà di un suo conoscente dove i carabinieri massesi lo hanno rintracciato.

RELAZIONI TOSSICHE


A proposito di "relazioni tossiche", martedì scorso un 28enne di Ariano è stato condannato a 6 mesi di reclusione per lesioni, con la sospensione condizionale, al termine di un processo scaturito dalla denuncia dell'ex fidanzata, che lo ha accusato di averle sferrato un pugno in faccia che le ha provocato la frattura delle ossa nasali con prognosi di 30 giorni.
I fatti risalgono all'estate del 2020: i due ragazzi dall'inizio dell'anno avevano una relazione stabile, da "fidanzati in casa", visto che ognuno viveva con i propri genitori e si incontravano nelle rispettive abitazioni, oltre a uscire insieme. Ma, secondo quanto denunciato, il ragazzo avrebbe avuto una sorta di duplice personalità, a volte tranquillo, a volte violento. Avrebbe iniziato gradualmente a manifestare attitudini violente, con scenate di gelosia e scatti d'ira, come scagliare il telefono della ragazza a terra, o, peggio, come quando, durante un litigio, l'avrebbe scagliata sul letto e poi colpita con un pugno alla spalla destra e poi con vari alla testa. La madre della giovane ha consigliato subito alla figlia di interrompere la relazione, ma lei non aveva sentito ragioni. Il fatto più grave, il 24 luglio, quando dopo un litigio, in auto, lui le avrebbe sferrato il violento pugno al naso rifiutandosi prima di accompagnarla in ospedale e lasciandola poi sulla porta del pronto soccorso di Porto Viro e raccontando alla madre della giovane che la ragazza si era fatta male accidentalmente. Ma la ragazza, a questo punto, non ha più voluto aver nulla a che fare con lui e ha denunciato l'accaduto e si è poi costituita parte civile nel procedimento penale assistita dall'avvocato Anna Osti, ottenendo anche che il giovane fosse condannato anche a pagare un risarcimento nei suoi confronti, con una provvisionale stabilita in 4mila euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci