Rovigo. La produzione industriale in Polesine cresce: continuano ad arrivare nuovi ordini

Domenica 26 Novembre 2023 di Nicola Astolfi
Un'industria manifatturiera

ROVIGO - I dati sulla produzione dell’industria manifatturiera in Polesine sono stabili nel terzo trimestre 2023, ma mediamente migliori rispetto alla media veneta. E così tra gli imprenditori locali c’è ottimismo per il finale d’anno, con quasi il 50% degli intervistati che nutre prospettive positive sulla crescita della produzione (rispetto al 20% circa che la prevede diminuire) e il 47% che è positivo sulla crescita del fatturato.
 

I DATI
Secondo l’indagine Veneto Congiuntura, che monitora l’andamento dei principali settori economici regionali, la produzione industriale in Polesine è in lieve aumento (più 0,4 per cento) rispetto al terzo trimestre 2022 (meno 2,7% la media in Veneto), dopo però il calo tendenziale del 4,6% registrato nel trimestre precedente rispetto al periodo aprile-giugno 2022. Confrontando gli stessi periodi, il fatturato totale, però, è in diminuzione di 1,2% in provincia nel terzo trimestre 2023 (meno 2,2% la media regionale). E gli ordini interni (più 1,2%) compensano almeno in termini percentuali la eguale contrazione di quelli esteri. Che tuttavia nelle previsioni per ottobre-dicembre sono previsti in aumento da quasi il 60% degli intervistati. Al 30 settembre scorso, inoltre, il grado di utilizzo degli impianti delle imprese manifatturiere polesane si attesta al 67% e i giorni di produzione assicurati a fine trimestre sono 55.
L’indagine Veneto Congiuntura è effettuata da Unioncamere regionale su un campione di oltre duemila imprese con almeno dieci addetti e indica, secondo il presidente dell’ente pubblico che rappresenta il sistema camerale regionale, Mario Pozza, «un quadro ancora riconducibile a uno scenario di normalizzazione del ciclo economico, dopo due anni concitati di ripartenza post-pandemia, di settori sostenuti da politiche fiscali espansive, e di funzionamenti anomali delle catene del valore anche a causa degli eventi bellici e dei rincari energetici».

LUCI E OMBRE
Tra i settori continuano a soffrire di più quelli legati ai beni di consumo, sui quali impatta l’inflazione, rispetto ai beni d’investimento, che nonostante il perdurare dei tassi d’interesse alti, si avvantaggiano anche di una maggiore apertura internazionale, uindi di una maggiore diversificazione del rischio mercati. E nonostante tutto, prosegue il presidente Pozza, il settore dei macchinari industriali presenta produzione e raccolta ordini in territorio positivo su base annua, sebbene non sfugga a flessioni rispetto al trimestre precedente. «L’invito che rivolgo alle imprese - afferma - è di andare oltre il nostro mercato europeo e ai mercati già consolidati come gli Stati Uniti, che offrono ancora tante opportunità, per cercare altri mercati».
Secondo Pozza può essere strategico considerare Paesi e aree come Australia, India, America Latina e Cina. «Sono mercati con acquirenti che possono spendere.

E per il Made in Italy, che si rivolge all’alta gamma, è proprio questo il target da intercettare». Tuttavia, conclude il presidente, «ogni mercato deve essere affrontato con assoluta preparazione e cognizione di causa per ridurre il rischio d’impresa», e il sistema camerale con Venicepromex e le Camere di commercio italiane all’estero, è pronto ad accompagnare il Made in Italy nel mondo.

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