Rovigo. «Piscina, il progetto non ha colpe». L'ex sindaco Avezzù difende tutta l'operazione e poi attacca il primo cittadino Gaffeo

Sabato 20 Gennaio 2024 di Elisa Barione
La piscina Baldetti

ROVIGO - «Nel caso della risoluzione del projectfinancing alla fine Gaffeo, che ha fatto tanto il fenomeno, di suo ci ha messo nulla. Cosa ci ha messo? Solo che adesso chiudendo le piscine per mesi».
È un fiume in piena Paolo Avezzù, sindaco di Rovigo tra il 2001 e il 2006 di una coalizione di centrodestra a traino Forza Italia, autore del project finanziamenti che ha portato alla realizzazione del polo natatorio di viale Porta Po dal quale è scaturita per il Comune una lunga e complessa vicenda fatta di contenziosi e carte bollate, tribunali e banche, fino allo sviluppo più recente di questi giorni, con la messa in mora da parte della Procura regionale della Corte dei conti di tutta la giunta Merchiori del 2007 e dei allora dirigenti di Lavori pubblici e Ragioneria.

CORTE DEI CONTI

Avezzù è un fiume in piena che si è gonfiato fino a rompere gli argini e dire la sua sulla vicenda, di fronte alla notifica arrivata agli ex assessori e all'ex sindaco che gli sono succeduti. Così mettere in fila i fatti secondo il proprio punto di vista, senza lesinare critiche all'attuale sindaco Edoardo Gaffeo e assicurando: «Domani (oggi per chi legge) al congresso provinciale di Forza Italia cui parteciperà anche Gaffeo, gli dirò le stesse cose in faccia. Gli dirò: "Quando il dito indica la luna, lo stolto guarda il dito". Perché loro stanno guardando il dito: il progetto, le clausole, la convenzione. Noi abbiamo fatto un miracolo realizzando un nuovo polo natatorio invidiato a livello nazionale, lui lo ha chiuso». Aspettando il faccia a faccia con il primo cittadino, l'ex sindaco continua: «Una premessa: chi amministra fa sempre un servizio alla comunità, va rispettato per il lavoro che fa o ha fatto. Per cui che sia arrivata una messa in mora agli amministratori di centrosinistra non mi riempie di gioia. Mi rattrista perché sono convinto di aver lavorato con buona fede, onestà e serietà». Poi quella che definisce una boutade politica: «Mentre l'amministrazione di centrodestra guidata da Avezzù ha non solo salvato la vecchia piscina, ma ne ha aperta una nuova, cioè il polo natatorio vanto a livello locale, regionale e nazionale, i geni della lampada a guida Gaffeo sono riusciti a chiudere la piscina per mesi ea far migrare chi deve fruire dell'impianto. Quindi uno l'ha aperto e ottenendo dei risultati e questi, accampando scuse, lo chiudono».

IL PASSATO

Poi la sua ricostruzione della vicenda. «Nel 2003-04 io e la mia giunta ci siamo trovati davanti la vecchia piscina Baldetti che costava, tra manutenzioni ordinarie, costo del personale e spese di gestione, circa 1 milione di euro l'anno. La domanda che qualcuno ha posto è: perché invece di fare il progetto non avete sistemato il vecchio impianto? Perché la struttura aveva più di 50 anni, il preventivo dei lavori era di oltre 2 milioni e comportava la chiusura per circa un anno e mezzo. Avrei finito il mandato con la piscina chiusa. Abbiamo pensato, non avendo soldi, a un progetto che allora era uno strumento usato da tutte le amministrazioni. Il piano da 10 milioni prevedeva un canone annuo di 250mila euro, ma soprattutto la cessione, appena finito il nuovo impianto, della vecchia area Baldetti». Da qui la vicenda si complica, ma ciò che Avezzù contesta alla giunta Merchiori è una «inazione, un non fare anche da parte dei tecnici. Perché la cosa che si rimpallavano gli uffici era se si dovesse o no applicare l'Iva alla cessione dell'area ex Baldetti. Il rimpallo è durato due anni e mezzo». Il contratto parlava chiaro: «Appena finito il nuovo impianto, si doveva fare la cessione al pool di imprese poi diventate Veneto Nuoto entro e non oltre 30 giorni dall'emissione del certificato di collaudo», pena il pagamento di una penale per ogni giorno di ritardo. E sul perché nel contratto ci fosse una clausola che imponeva al Comune la surroga nei mutui con le banche in caso di insolvenza dei costruttori, l'ex sindaco conclude: «Nel caso di fallimento di Veneto Nuoto guarda caso capitato, serviva per dare la possibilità al Comune di riprendersi subito la gestione dell'impianto e non chiudere neanche un giorno. Nonostante tutti i problemi delle amministrazioni Avezzù, Piva e Bergamin, l'impianto non è mai stato chiuso neanche per ferie».

Ultimo aggiornamento: 12:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci