Adria. Il centro servizi anziani indebitato per i prossimi cinque anni: le rette aumentano

Martedì 23 Gennaio 2024 di Guido Fraccon
Adria. Il centro servizi anziani indebitato per i prossimi cinque anni: le rette aumentano

ADRIA (ROVIGO) - Il 2024 sarà un anno fondamentale per il futuro del Centro servizi anziani. Anche se il conto economico 2023 si chiuderà in attivo, l’ente di riviera Sant’Andrea, che quasi sicuramente si vedrà costretto ad aumentare le rette, si porterà dietro le passività delle annate precedenti e lo dovrà fare per diversi anni. Nel corrente anno, inoltre, la casa di riposo dovrà ritornare a rimborsare alla Regione Veneto le quote dei fondi di rotazione concessi anni fa, uno da 1.900.000 euro ed uno da 239.989 euro, sospese nel 2022 e nel 2023. Secondo i dati ufficiali, cristallizzati in una delibera del consiglio di amministrazione del Csa, le perdite nel 2021 sono state pari a 1.219.930 euro per quanto riguarda l’annata 2021 e di 707.467 per il 2022.


IL PESO DEL COVID
«Il Csa - spiega il presidente Simone Mori all’interno nei documenti - dal 2020 ha affrontato una serie di accadimenti che hanno inciso negativamente sui bilanci dell’appena trascorso biennio, sia a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 che per la conseguente riduzione degli ingressi. Oltre a questo, abbiamo avuto la necessità di riavviare i lavori per ottenere il certificato di prevenzione incendi e abbiamo dovuto affrontare difficoltà nel reperire personale, forti aumenti dei costi energetici e la spinta inflattiva che ha colpito praticamente tutte le fonti di approvvigionamento».
Dopo aver ricordato che l’andamento economico per gli esercizi 2021 e 2022 si è chiuso in perdita e illustrato le risultanze del piano di controllo di gestione e del piano di risanamento, Mori così prosegue: «Tutto il percorso è stato condiviso con la Regione del Veneto per quanto attiene al piano di risanamento dell’ente, a seguito del procedimento di vigilanza ex articolo 3 della Legge regionale 23/2007, un procedimento proposto dalla stessa Regione. La perdita economica dell’ultimo biennio ha segnato negativamente anche la situazione patrimoniale del Csa per cui si è dovuto fare ricorso all’anticipazione di tesoreria, con un massimo scoperto deliberato pari ad 1.100.000 euro e nel contempo rallentare i pagamenti ai fornitori». Il debito nei loro confronti al 31 dicembre 2022 ammontava ad 1.400.000 euro circa.


REGIONE IN SOCCORSO
«Già nel corso del 2022 - precisa Mori - la Regione, su nostra motivata richiesta, ci ha concesso la sospensione delle rate annuali di rimborso dei contributi assegnati con il fondo di rotazione. Ciò ha comportato per noi un minore esborso di circa 140mila. Come Ipab, inoltre, abbiamo chiesto la sospensione anche per l’esercizio 2023 delle rate annuali di rimborso, pari ad euro 142.622, con rimodulazione dei successivi termini di scadenza. Tale richiesta era motivata dalla carenza di liquidità in cui ancora oggi versa l’ente, con radici, ripeto, che affondano nel lungo periodo di pandemia che la struttura ha dovuto affrontare, unito ai rilevanti aumenti di costo sostenuti nello scorso esercizio».


L’IMPEGNO
La risposta della Regione è arrivata in nell’ottobre. «Venezia - conclude il presidente - ci ha invitato a produrre un atto con cui ci impegniamo a riprendere regolarmente i rimborsi a decorrere dal 2024. L’operazione è stata concessa al fine di permettere il pagamento almeno in parte dei debiti verso i fornitori che hanno subìto importanti ritardi nell’ultimo biennio. La documentazione ci impegna ad onorare le prossime scadenze di pagamento pur nella consapevolezza che le difficoltà di cassa permarranno presumibilmente per un quinquennio».

Ultimo aggiornamento: 11:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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