PORDENONE - Non è vero che Pordenone in questo caso è un paese e non una città. Lo è forse il fatto che nel capoluogo del Friuli Occidentale certi fenomeni si manifestano più tardi rispetto alla velocità dei cambiamenti che caratterizza i grandi centri. Ma non è detto che non arrivino. E soprattutto che attività più o meno illecite (alcune del tutto) non si siano già trasferite almeno in parte sul web, in un mondo molto più sfuggente rispetto a quello della “strada”. È il caso dello spaccio delle sostanze stupefacenti e della prostituzione. Due fenomeni che anche a Pordenone stanno prendendo piede sulla nota applicazione per la messaggistica Telegram.
COSA SUCCEDE
C’è un mondo sommerso anche a Pordenone. Ed è a portata di un clic sullo schermo touch di uno smartphone. Un universo talmente oscuro che anche chi commette manifestamente reati sembra sentirsi più al sicuro rispetto a quanto accade nei canali tradizionali.
Il “gioco” è semplice. Basta entrare su Telegram e scegliere la funzione “trova persone vicine”, ovviamente lasciando accesa la funzione di geolocalizzazione. A quel punto la chat automaticamente andrà a “scovare” tutti i contatti iscritti a Telegram che si trovano nel raggio di 500 metri rispetto alla persona che ha avviato la ricerca. Basta questa semplice azione per ritrovarsi a contatto con il mondo sommerso a cui si faceva riferimento.
E la ricerca parte dagli stupefacenti. Qualche grammo di marijuana? Sarebbe il meno. In realtà il campionario che “offrono” gli utenti in chat trovati nel raggio di 500 metri a Pordenone è molto più vasto.
IL VIAGGIO
Qualche esempio: da dove scriviamo, cioè in pieno centro città, la ricerca delle persone vicine fornisce una lunga lista di risultati. Ci sono persone note, pordenonesi comuni, attività commerciali. E fin qui tutto normale. Poi scorrendo l’elenco ecco un primo profilo: si chiama “Dealer” e poi il nome proprio. L’immagine del profilo non lascia spazio a dubbi: fiori di marijuana, Viagra e funghi allucinogeni. Il tutto con a fianco l’immagine di un pacco. Come a lasciar intendere: disponibile per le spedizioni. Una truffa? Non è dato saperlo. Di certo non siamo nel perimetro della legalità.
Un’altra utente, oltre ai suoi servizi più o meno personali, offre apertamente erba (non quella del giardino) e coca cola, ma in quest’ultimo caso non si tratta della nota bevanda. E ancora il profilo “Mdma”, che riprende il nome più moderno dell’ecstasy. Anche qui zero spazio per i dubbi o i doppi sensi: il profilo è un campionario degli stupefacenti. C’è in vendita anche la droga dello stupro e campeggia perfino una pistola.
L’ALTRA FACCIA
Parallelamente a quello delle sostanze stupefacenti, c’è un altro mercato “nero” che spopola anche a Pordenone sulla chat di Telegram. In questo caso, però, la concorrenza è forte, perché da decenni i siti di annunci sono arrivati prima. Pure la prostituzione, però, adesso si sposta online, con profili pronti ad offrire qualsiasi prestazione con tanto di prezzario. La scelta in questo caso è molto più ampia, perché solamente in centro a Pordenone compaiono almeno dieci contatti con fotografie eloquenti ed informazioni che lo sono altrettanto.
Un mondo sfuggente, difficile da monitorare e da tracciare. Molto spesso, come avviene in altri centri, chi sceglie le chat per spacciare oppure prostituirsi non si ferma mai troppo in un singolo luogo. È anche a causa di questo fatto che il controllo diventa un’impresa complicatissima anche per i protagonisti più esperti della lotta all’illegalità.