La guerra dei Sikh svuota il tempio di Cecchini. I fedeli in fuga vanno a Pasiano: «La capienza è al limite, siamo stremati»

I fedeli non si sentono più al sicuro dopo le violenze sfociate nell'agguato

Giovedì 21 Settembre 2023 di Cristiana Sparvoli
La guerra dei Sikh svuota il tempio di Pasiano. I fedeli in fuga vanno a Cecchini: «La capienza è al limite, siamo stremati»

PASIANO - Molte famiglie sikh stanno “fuggendo” dal tempio Gurdwara Guru Nanak Dev Ji della Strada del Mobile, scosso dalle forti tensioni e dai dissidi sfociati nella maxi rissa che ha coinvolto, lunedì sera, una cinquantina di persone a Villanova di Prata, causando sette feriti. 


IL PUNTO
Almeno un centinaio di credenti da quando è iniziata la protesta degli adepti per sollecitare il rinnovo del direttivo dell’associazione che gestisce il tempio di Cecchini, si recano a pregare al Gurdwara Sikh Italia, luogo di culto attivo da circa quattro anni in uno stabile di via Enrico Fermi, sempre a Pasiano. In questo tempio si sono riversate una sessantina di famiglie indiane, che vanno ad aggiungersi la domenica ai circa 200 fedeli che fanno capo all’associazione sikh presieduta da Balwinder Singh.

Le porte del tempio sono aperte a tutti gli appartenenti al sikhismo. Ben accetti, dunque, i “confratelli” provenienti dall’altra comunità sikh, scossa da lotte interne per il controllo dell’associazione (e della proprietà del capannone dove è stato aperto il tempio vent’anni fa). Ma la capienza della sala attualmente è al limite e, soprattutto, sono sotto pressione i cuochi volontari, i “seva”, che si accollano l’onere di cucinare il pranzo comunitario domenicale. «Abbiamo visto che adesso da noi arrivano dalle 40 alle 60 famiglie a pregare, ogni domenica, da quando sono scoppiati i problemi dell’altro Gurdwara. Questo comporta dei disagi organizzativi, ma qui tutti possono entrare. La nostra associazione Sikh Italia già accoglieva dai 150 ai 200 fedeli; attualmente ne contiamo fino a 300, di più non possono starcene. In effetti alcuni stanno seduti nel cortile, se è bel tempo, senza contare quelli che restano in piedi. Ma il raddoppio del fabbisogno di cibo, quindi non solo di spazio, si fa sentire quando tutti si accomodano per il pranzo», annota Giulio Micelli di Pasiano, componente del direttivo di Sikh Italia, cittadino italiano che ha abbracciato le religione (la terra di origine è il Punjab), seguita in tutto il mondo da 28 milioni di credenti. 

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IL PROBLEMA
«I nostri cuochi, da quando è iniziato il conflitto tra i sikh dell’altro tempio, sono quasi sfiniti. Già hanno il loro lavoro durante tutta la settimana e fino, a poco tempo fa, venivano nella cucina del nostro tempio solo la domenica mattina, per preparare il pranzo. Adesso, invece, devono dedicare anche il sabato a questo compito e sono davvero oberati di lavoro», prosegue Micelli. «Alcuni sikh vogliono rimanere nell’altro tempio perché ritengono che sia un loro diritto pregare lì, altri invece hanno deciso di venire da noi. Ci dispiace tantissimo per quello che sta succedendo, siamo addolorati perché preghiamo tutti lo stesso dio. Il nostro Gurdwara ha una gestione limpida, le decisioni le prende il popolo durante la messa. Diciamo a tutti di far fronte a questa inattesa situazione che coinvolge anche il nostro tempio, sicuri che ce la faremo a superarlo». Nella Bassa Pordenonese la presenza di credenti sikh arriva a contare duemila persone. Sikh Italia, quattro anni fa, ha raccolto l’esigenza di un centinaio di fedeli di aprire un secondo tempio a Pasiano. Quanto è accaduto a Villanova di Prata è circoscritto ad una “faida” tra fazioni, scatenata dal controllo del grande Gurdwara.

Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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