MORSANO/SACILE - Rito propiziatorio antico, il panevin si rinnova, e nella sua veste più contemporanea strizza l’occhio all’ambiente. Niente cataste di legno e stoppe da bruciare.
LA SCALETTA
L’appuntamento è per le 17. Si comincerà con la benedizione dell’acqua e della frutta. Alle 18.30 partirà la fiaccolata animata dalle torce e dalle luci che illumineranno le strade di Morsano per giungere in piazza, dove «anziché all’accensione del falò tradizionale - anticipano gli organizzatori - si assisterà all’accensione del nuovo falò fatto con lo spettacolo di luci e suoni rispettosi dell’ambiente e, soprattutto, non inquinanti». La pro loco «dal canto suo assicurerà che le tradizioni del panevin vengano rispettate - sottolinea Mascherin - e come ogni anno ci sarà la distribuzione del vin brulé, del salam tal ticin, del muset e della polenta per gli attesi ospiti». I vecchi riti recepiscono le nuove istanze, in particolare quelle legate alla sostenibilità ambientale, in un modo che vuole essere “naturale”.
«ADEGUATI AI TEMPI»
«Ci siamo solo adeguati ai tempi - osserva il sindaco - e ringrazio la pro loco e la parrocchia di Morsano per aver accolto l’invito dell’amministrazione comunale a dar vita a qualcosa di innovativo. È certamente un segnale che lanciamo e siamo certi che altri seguiranno».
IN RIVA AL LIVENZA
Stessa strada è stata imboccata a Sacile. «Ci hanno dato l’autorizzazione ad organizzare un blocco da ardere della dimensione massima di un metro quadrato» ricorda Don Matteo Conte, parroco di Cavolano «ma con quel limite al massimo si fa poco più di una grigliata, così i ragazzi hanno trovato un’altra soluzione». Nessun problema, c’è la tecnologia. Così ha pensato Giovanni Buriola, uno che per mestiere ha a che fare con i software e dunque è dotato di una certa apertura mentale verso le novità tecnologiche. Predisposizione che, unita alla buona volontà e probabilmente anche alla sensibilità ecologista di una decina di 16enni e 17enni locali, ha portato la piccola frazione di Cavolano ad allestire il primo falò epifanico totalmente virtuale. Senza legna, senza fuoco e dunque anche senza fumo ed inquinanti vati. L’idea di Buriola dovrà fare i conti con le previsioni meteorologiche «Ma speriamo davvero tanto che il tempo regga» ma è più complessa di quanto non lasci trasparire l’immagine che le fa da esempio: «Mettendo insieme alcuni stratagemmi tecnici puntiamo ad andare oltre il semplice impatto visivo di un insieme di luci rossastre che imitino un fuoco» spiega Buriola che basa il falò virtuale su dei fasci di luci a led colorate. Immaginatevi dei bastoncini di diverse lunghezze che incrociati tra di loro formano il classico covone epifanico. Queste luci si alterneranno dando una sensazione di vitalità «È in effetti un vero e proprio impianto che le gestisce».
LA MACCHINA SPARA SCINTILLE
A questa base «Uniamo una macchina spara scintille» avete presente le colonne di stelline che salutano i campioni sportivi quando vincono un titolo e salgono un podio? Una di quelle, se ne trovano in vendita a 7 - 800 euro l’una. «Aggiungiamo poi una macchina per il fumo del tipo di quelle usate in discoteca». «A completare il quadro aggiungiamo delle striscioline di carta molto leggera che ondeggeranno dando la sensazione del movimento». A questo punto i più attenti avranno notato che manca un elemento essenziale del falò naturale: il calore «Che noi replicheremo attraverso dei ceppi svedesi». Un grosso pezzo di legno diviso in 4 parti, con del catrame all’interno, che brucia lentamente, senza fare fumo ma sviluppando un consistente e benefico calore. «A completare il tutto proietteremo sul muro della chiesa le luci che simuleranno una bianca nevicata e ci sarà perfino il karaoke».
SUL MUSET TUTTI D’ACCORDO
La tecnologia verrà messa da parte solo per la parte mangereccia: muset, vin brulè, the e pinza per tutti. Appuntamento alle 20 di stasera«E se piove rinviamo a data da decidersi, ma la festa si farà».