I tre della banda del rame scoppiano in lacrime davanti al giudice e confessano: trasferiti a Regina Coeli

Sono stati arrestati a ottobre in Romania. Ieri si è svolto l'interrogatorio di garanzia

Domenica 10 Dicembre 2023 di Giulia Soligon
(Archivio)

PORDENONEDue di loro hanno confessato, il terzo, invece, Adrian Borca, ha dichiarato di essersi trovato coinvolto nella vicenda a causa del fratello Robert, che l’ha trascinato nel giro malavitoso. Tra le lacrime versate dai tre, finiti in carcere per furto di rame e materiali ferrosi, si è svolto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Rodolfo Piccin. A difenderli l’avvocato Alessandro Magaraci, in sostituzione del collega Giuseppe Nacci. Ritenuti appartenenti al giro della banda del rame, sono stati condotti nel carcere di Regina Coeli Teodor Veres, 49 anni, Sebastian Trif, 22 anni, e Adrian Borca, 29 anni. Su di loro pesava un mandato di cattura europeo.

Arrestati il 31 ottobre in Romania, sono arrivati in Italia a bordo di un aereo militare atterrato all’aeroporto di Ciampino.


L’INTERROGATORIO
Rei confessi Teodor Veres e Sebastian Trif, che al giudice hanno riferito di aver svolto solo il ruolo di trasportatori. È un’ammissione rotta dal pianto quella dei due, che dichiarano di aver scoperto cosa sarebbero stati mandati a fare solo a danno compiuto. Secondo la loro versione, non erano stati avvisati della natura della merce che avrebbero trasportato. Solo una volta giunti sul posto avrebbero capito di aver commesso un reato. Ma a quel punto era impossibile sottrarsi al lavoro organizzato dal 27enne Gabriel Robert Borca, che, a loro dire, sarebbe stato la mente di tutto. E loro solo quattro braccia per gestire il carico diretto verso la Romania. Interrogato ieri anche Adrian Borca, ha preso le distanze dal fratello dicendosi manovrato da lui. Secondo la versione che ha fornito, il suo telefono era finito nelle mani di Gabriel, ideatore dei quattro colpi riconosciuti. Assoldati e pressati da lui, nessuno sarebbe riuscito più a tirarsi indietro.

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I FURTI
Così arriva il primo furto alla Mittelfer di Pordenone, dove sono stati sottratti più di venti chili di rame. Non abbastanza, però, perché tornano “a batter cassa” qualche giorno più tardi per asportarne, questa volta, altre tre tonnellate, che se immesse sul mercato avrebbero prodotto un valore commerciale di oltre 35mila euro. Arriva poi il turno della Minudel di Azzano Decimo, dove però ci pensa la sirena del sistema d’allarme a metterli in fuga. Infine, il colpo in un’azienda della provincia di Padova, dove lo scorso 27 giugno portano via più di due tonnellate di rame prima di allontanarsi verso la Romania, loro destinazione di fuga e meta finale da raggiungere. La tecnica utilizzata per mettere a segno le razzie era sempre la stessa e con questa sono riusciti a collezionare tonnellate di rame. Scelto l’obiettivo da colpire tramite una veloce ricerca sul web, ad agire erano sempre in quattro o cinque. Praticato un foro nella recinzione degli stabilimenti delle aziende e asportata la merce, se ne ripartivano verso la Romania a bordo di due auto, di solito una era un minivan. Sulle loro tracce si sono mossi gli agenti della squadra mobile che con l’operazione denominata “Cuprum”, lo scorso 1 ottobre avevano rintracciato e arrestato sulla A34, mentre tentavano di raggiungere il confine,  Gabriel Robert Borca e Lancrajan Darius, che ora sono in carcere a Trieste. Una terza persona a bordo con loro è stata denunciata a piede libero. Nella stessa giornata le ricerche si sono spostate anche in provincia di Ferrara, dove è stato localizzato Constantin Florin Bratina, 36 anni, in carcere anche lui.

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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